Cresce la raccolta. C’è del buono, nella prima semestrale Bcc del 2009; se la cautela è d’obbligo e il motivo dominante continua a essere quello dettato da una crisi finanziaria di portata mondiale, qualcosa si muove. «I dati che più ci confortano sono relativi alla raccolta – spiega il direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Luca Barni-. Nel primo semestre del 2009 è da segnalare la buona performance della raccolta diretta, in crescita rispetto a dodici mesi fa (+ 16%).Ma, soprattutto, dall’inizio del 2009, è tornata a salire la raccolta indiretta tanto che la somma delle due componenti segna un +9,7% rispetto al giugno 2008. Ogni numero ha un perché: il risultato della buona performance dell’indiretta (+ 7%) si spiega anche con il buon lavoro fatto dal progetto consulenza, che ha consentito ai clienti di recuperare una buona parte delle minusvalenze accumulate nel 2008». In altre parole i clienti Bcc sono stati consigliati al meglio per adattare il portafoglio al profilo di rischio; la rotazione dei titoli è servita ad adeguarli alla congiuntura. «Ma si è agito bene anche sul patrimonio dei soci – aggiunge Barni- grazie all’allocazione di portafoglio decisa nel 2008 e all’attenzione costante ai tassi di mercato. Risultato: un elevato rendimento del portafoglio e la monetizzazione di guadagni (+700mila euro) che si riveleranno utili al bilancio Bcc, specie in anni come questi. Un buon lavoro, quello dell’area Finanza nei due comparti, che ha contribuito a portare il margine di intermediazione a 13,7 milioni, soltanto il 7,6% in meno rispetto a momenti più felici». Spicca poi il + 12,18% di impieghi e il + 13,41% di mutui rispetto al giugno 2008; segno tangibile dell’appoggio della banca al territorio con percentuali che nessuno ha, nemmeno nella galassia delle Bcc. Ma il credito non è un’operazione al buio: la Bcc consolida sì l’impegno con le imprese, specie le medio-piccole, ma monitora attentamente anche la qualità del credito e perciò ha effettuato un’operazione di grande pulizia dello stesso. «Per una sana e prudente gestione si sono aumentati i parametri standard per la classificazione della clientela-afferma Barni-. Meglio fare pulizia. Non ci spaventa alzare l’asticella se questa migliora la qualità del credito, anche se a discapito dell’ aumento delle sofferenze: in cifre, quasi due milioni e mezzo di rettifiche di valore sui crediti ». Venendo al conto economico, ecco i numeri che scontano la crisi: il margine di interesse è calato del 23% per la diminuzione degli interessi attivi e l’aumento di quelli passivi, l’utile dell’operatività corrente del primo semestre si attesta a 1,4 milioni di euro. La gestione finanziaria al 30 giugno segna un netto di 11,3 milioni di euro, il 17,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008. I costi operativi, 10 milioni di euro, sono in linea con quelli delle Bcc lombarde. «Quanto al margine d’interesse, il mese di giugno tocca il punto più basso per due motivi -spiega Barni-, ossia il pieno riprezzamento al ribasso dei mutui, che è compensato dal primo deciso riprezzamento dei prestiti obbligazionari. A partire dal mese di luglio si invertono i trend, con massimo beneficio da ottobre, con l’ultimo trimestre». Nella semestrale entrano anche elementi straordinari, come quelli legati alle sentenze sui bond argentini, pratiche che risalgono al 2000 e al 2001.
Nel semestre più duro degli ultimi 100 anni crescono la raccolta, gli impieghi e i mutui
