Di nuovo in presenza e sempre dalla parte del territorio. Dopo i tre anni contrassegnati dalla pandemia e dalle assemblee svolte con il rappresentante designato, è tornata in presenza l’annuale appuntamento dei soci della nostra Bcc che, venerdì 5 maggio, nella sala Don Giovanni Besana della sede di Busto Garolfo, hanno applaudito e approvato il bilancio 2022. Un conto economico che, chiudendo con un utile di oltre 18 milioni di euro, fa segnare un risultato storico che ha permesso ai soci di decidere di più che raddoppiare il sostegno al territorio rispetto al 2021, ovvero 700 mila euro ai fini di beneficienza e mutualità. «Chiudiamo un 2022 che ci ha visti raggiungere un utile importante, figlio anche di un percorso di riduzione dei costi che sta dando i suoi frutti e che ci permette di destinare quante più risorse possibile al sostegno delle nostre famiglie, delle nostre imprese e di tutte le comunità del nostro territorio -ha commentato il presidente, Roberto Scazzosi, presentando all’assemblea dei soci la proposta del consiglio di amministrazione di destinazione dell’utile netto-. E condividere con fatti e scelte concrete questo nostro risultato con tutto il territorio ci sembra la strada più giusta e coerente con la missione di una banca locale, cooperativa e mutualistica come la nostra».
Nel dettaglio, l’utile netto di 18.169.013 euro è stato così ripartito: a riserva legale indivisibile, euro 16.923.943; al fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, euro 545.070; ai fini di beneficienza e mutualità, euro 700.000. E dopo la sua approvazione da parte dei soci, il patrimonio netto della nostra banca è diventato di 113 milioni e 187.591 euro.
«Il mio ringraziamento va all’instancabile impegno, all’abnegazione e alla perseveranza dei 174 colleghi della nostra Bcc, che ringrazio perché sono stati i principali artefici di questi importanti risultati -ha detto il nostro direttore generale, Roberto Solbiati-. L’utile ante imposte al 31 dicembre 2022 risulta pari a 21,59 milioni, l’utile al netto delle imposte si attesta a 18,17 milioni e questo significativo risultato contribuisce ad elevare gli indici di patrimonializzazione che rappresentano il grado di solidità dell’istituto. Il CET1 ratio si attesta al 21,09% contro il 20,09% del dicembre 2021 ed il Total Capital ratio al 21,92% ex 20,94%. Ed entrambi questi valori si attestano favorevolmente ben oltre i limiti regolamentari. Da ultimo, il Cost Income Ratio, che rappresenta la proporzione tra costi e ricavi e certifica il livello di efficienza reddituale della struttura banca, è del 51,3%, in significativa e positiva riduzione rispetto al 58,9% registrato nel 2021».
Più nel dettaglio, al 31 dicembre dello scorso anno il totale attivo della nostra Bcc era di 1 miliardo e 558 milioni di euro, con gli impieghi verso la clientela di 836,2 milioni (a fine 2021 erano 799,3 milioni) e con un’incidenza prevalente del comparto famiglie (55,82%). «I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 1 miliardo e 141 milioni mentre il totale della raccolta indiretta ha fatto segnare quota 787,9 milioni, con la componente del risparmio gestito che incide per oltre il 73% sul complessivo aggregato della raccolta indiretta», ha spiegato il direttore generale prima di illustrare l’analisi dei risultati del conto economico.
Gli interessi attivi registrano un aumento pari al 55,92%, passando da 26,4 milioni del 2021 a 41,2 milioni, «un significativo incremento che è riconducile alle dinamiche di innalzamento dei tassi a partire dal secondo semestre 2022», ha detto Roberto Solbiati. Gli interessi passivi sono diminuiti del 6,39%, passando dai 3,8 milioni di dicembre 2021 a 3,6 milioni, e questa flessione ha essenzialmente a che vedere con una riduzione del costo della raccolta. Il margine d’interesse mostra quindi un incremento del 66,61%, da 22,5 a 37,5 milioni, e le commissioni nette evidenziano un incremento del 5,74%, crescendo da 15,4 a 16,3 milioni di euro. «Per quanto riguarda le commissioni -ha precisato il direttore generale- il risultato registrato è stato positivamente influenzato dal nuovo modello distributivo adottato dalla banca nel settembre 2021 e denominato “Hub & Spoke” che, grazie alla creazione delle attuali sei aree territoriali e delle divisioni private corporate e retail, ha consentito alla banca di avere una maggiore spinta commerciale a favore dei nostri clienti». E, così, il margine di intermediazione del bilancio 2022 è 53,7 milioni contro i 42,8 milioni dell’anno precedente (+25,5%).
«Con riferimento alla necessità di ridurre il rischio di credito, la banca ha proseguito nelle strategie condivise con la capogruppo Iccrea volte a ridurre il montante dei crediti anomali e contestualmente innalzare i livelli di copertura -ha poi detto Roberto Solbiati-. Nello specifico l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei crediti (“Npl Ratio”) si attesta al 4,3%, in sostanziale diminuzione rispetto a dicembre 2021 anno in cui si registrava un’incidenza pari al 6%. L’indice percentuale registrato nel 2022 pari al 4,3% si è ulteriormente contratto nel mese di marzo 2023, attestandosi al 3,4% a seguito di derecognition contabile per il perfezionamento di ulteriori operazioni di derisking attuate dalla banca. Mentre il grado di copertura del complesso dei crediti deteriorati, al 31 dicembre dello scorso anno è del 59,15%, contro il 56,14% di dicembre 2021». Nel dettaglio, la percentuale di copertura delle sofferenze è al 70,49% (70,20% l’anno precedente), il coverage delle inadempienze probabili è al 57,08% (un anno fa al 44,50%) e quello delle esposizioni scadute e/o deteriorate è al 18,01% (15,50% al 31 dicembre 2021).
«Premesso che sul bilancio nel suo complesso è stato rilasciato un giudizio senza rilievi dalla società di revisione legale dei conti EY, che ha evidenziato come la relazione sulla gestione presentata dagli amministratori è coerente con il bilancio d’esercizio della banca al 31 dicembre 2022 ed è stata redatta in conformità alle norme di legge, come collegio sindacale abbiamo effettuato i controlli necessari e vigilato sull’osservanza della legge, dello statuto e del contratto di coesione, nonché sul rispetto dei principi di corretta amministrazione -ha illustrato ai soci Gian Mario Marnati, presidente del nostro collegio sindacale-. Abbiamo perciò potuto verificare che le azioni deliberate e poste in essere sono conformi alla legge e allo statuto sociale e che non appaiono manifestatamene imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di interessi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’assemblea o tali da compromettere l’integrità del patrimonio. Pertanto il collegio sindacale condivide i criteri seguiti dal consiglio di amministrazione nella gestione sociale per il conseguimento degli scopi mutualistici in conformità col carattere cooperativo della banca ed esprime parere favorevole all’approvazione del bilancio dell’esercizio».
Prima ancora dei dati del bilancio e sulle varie attività di controllo, il nostro presidente, Roberto Scazzosi, ha presentato una sintesi della relazione del consiglio di amministrazione, ricordando che «come Credito Cooperativo, vista la nostra peculiare presenza nei territori, dobbiamo avere un ruolo da protagonisti nell’accompagnare la transizione e nel promuovere lo sviluppo coesivo, riducendo le disuguaglianze. Perché, come dimostrano ricerche indipendenti, le Bcc svolgono una funzione di “motore” all’interno dei propri territori. Da un lato, danno energia ai progetti delle imprese e delle famiglie, favorendo l’inclusione. Dall’altro, promuovono il ben-vivere. E lo fanno sostenendo iniziative sanitarie e di welfare comunitario (penso alla nostra Mutua, ma non solo), sportive, culturali, assistenziali, ricreative, per lo studio e la didattica. Offrendo al tempo stesso il valore di un modello partecipativo e solidale. Proprio la presenza fisica sul territorio, che noi abbiamo ribadito sempre e testimoniato in tante comunità dell’Alto Milanese e del Varesotto, ci permette non solo di censire le criticità, ma anche di intraprendere strategie mirate a riattivare la speranza, il coraggio, la volontà».
«E il riconoscimento del ruolo straordinario e peculiare delle Banche di comunità da parte delle Istituzioni Europee attraverso una normativa proporzionale e adeguata al modello di business e alla complessità operativa delle nostre banche risulta di fondamentale importanza per il mantenimento di questo ruolo -ha sottolineato Scazzosi-. Due fatti recenti indicano che è stata intrapresa la giusta direzione a livello europeo. In primo luogo, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha trasmesso a dicembre 2022 alla direzione generale Fisma della commissione europea l’istanza del governo italiano, sulla base anche di un parere favorevole della Banca d’Italia, diretta ad ottenere la riduzione del target level del fondo di garanzia dei depositanti dallo 0,80% allo 0,50% della massa protetta. Se la richiesta verrà accolta, le Bcc potranno risparmiare circa 400 milioni di euro, che verrebbero quindi “reinseriti” nel circuito del credito a vantaggio dei soci e dei clienti del Credito Cooperativo. In secondo luogo, sempre su iniziativa di Federcasse, il parlamento europeo ha approvato il 24 gennaio 2023 un emendamento alla direttiva Crd5 che semplificherebbe, qualora definitivamente approvata anche dal consiglio, alcuni passaggi cruciali della disciplina che regola l‘attività delle banche di credito cooperativo».
«Sul fronte del nostro Credito Cooperativo, va detto che nel corso del 2022 è proseguito il processo di concentrazione all’interno della categoria. Ma, a fronte della massiccia chiusura di sportelli delle banche commerciali, le filiali Bcc sono diminuite in misura modesta, fisiologica al processo di consolidamento in atto, e i comuni in cui le banche di credito cooperativo costituiscono l’unica presenza bancaria è aumentato rispetto a due anni fa. Nel dettaglio, nel corso del 2022 il numero di Bcc è diminuito di 12 unità e a dicembre scorso sono 226. A fine anno il numero degli sportelli Bcc risulta pari a 4.096 unità e le Bcc sono l’unica presenza bancaria in 702 Comuni, per l’86% caratterizzati da popolazione inferiore ai 5.000 abitanti», ha sottolineato il nostro presidente.