«Le banche del territorio continuano a organizzare incontri e iniziative per avvicinare le piccole realtà locali e i privati ai temi della sostenibilità e spiegare quali sono i reali vantaggi che possono ottenere migliorando le loro prestazioni energetiche», parola di “Azienda banca”, una delle riviste di riferimento del settore bancario, che lo scorso aprile ha dedicato un servizio sull’argomento (per i più curiosi segnaliamo che è facilmente reperibile sulla rete internet) dal titolo: «Raccontare la transizione. Le Bcc incontrano famiglie e imprese», intervistando anche Roberto Gentilomo, responsabile Area mercato della nostra Bcc.
In effetti l’argomento della transizione energetica è entrato da tempo nel dibattito globale, con un’accelerazione particolare a partire da dicembre 2015, quando alla Cop21 di Parigi è stato firmato un accordo internazionale che fissa l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro la fine di questo secolo al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. E, in tempi più recenti, la Cop26 di Glasgow, che si è tenuta nel novembre 2021, ha sancito l’impegno a raggiungere entro il 2050 la cosiddetta “carbon neutrality”. Per farlo, lo strumento principale è la transizione energetica, cioè il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato quindi sulle cosiddette fonti rinnovabili, come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e il geotermico.
Quello sulla transizione energetica è un dibattito ampio e articolato, che ha rappresentato il cuore anche del recentissimo Festival dell’economia di Trento, che si è tenuto dal 25 al 28 maggio, intitolato: «Il futuro del futuro», in cui si è dibattuto di transizione energetica, di cambiamento climatico, ma anche della necessità di evitare la recessione, favorita da pericolose fughe in avanti in nome della sostenibilità, arrivando a definire che per superare le crisi in atto occorre riscoprire un sistema di valori che eviti il consumismo distruttivo delle risorse del pianeta mettendo al primo posto sostenibilità e economia circolare.
E il sostegno allo sviluppo sostenibile del territorio è nel dna del Credito Cooperativo e della nostra Bcc in particolare: si veda, a tal proposito, l’iniziativa lanciata già 10 anni fa, a cui dedichiamo l’approfondimento che trovate a pagina 20, e che è arrivata ben due anni e mezzo prima del Cop21 di Parigi.
«Gli incentivi messi in campo dal governo hanno sicuramente rappresentato un importante volano, infatti, nel 2022, come banca del territorio abbiamo superato i 13 milioni di euro erogati in investimenti di efficientamento energetico e nuove forme di produzione di energia, confermando un trend interessante -ha raccontato a “Azienda banca” Roberto Gentilomo-. La spinta generata dagli incentivi fiscali si è fatta sentire anche in questi primi mesi dell’anno, ma a causa del nuovo quadro normativo di riferimento è però difficile pensare che possa avere un effetto che si protragga per tutto il restante periodo del 2023».
«Per quanto riguarda le erogazioni alle famiglie, gli interventi si sono concentrati sulla riqualificazione degli immobili esistenti -riprende Gentilomo-. Abbiamo erogato un importo medio di 80mila euro, per finanziamenti della durata di circa 10-15 anni, soprattutto a famiglie proprietarie di una villetta. Si tratta per lo più di interventi sull’esistente, attraverso soluzioni dedicate al risparmio energetico come, ad esempio, il posizionamento di cappotti e la sostituzione di caldaie e infissi. Una quota minore, invece, ha riguardato l’installazione di impianti fotovoltaici. Sul lato aziende, invece, i progetti presentati dalle piccole e medie imprese clienti si sono concentrati su due voci in particolare: l’efficientamento energetico nel suo complesso e l’adozione di pannelli fotovoltaici all’interno delle varie unità produttive».
Il trend degli incentivi fiscali, infatti, pur lanciato nel 2021, ha fatto il classico “boom” nel 2022, quando sono state tantissime le agevolazioni e i benefici per il comparto dell’edilizia, con una serie di detrazioni fiscali dell’imposta lorda che, sul costo dell’investimento e entro certi massimali, andavano dal 50% della spesa (sostituzione di finestre e infissi; creazione di schermature solari; sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione con classe di efficienza A; sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a biomassa) fino al 65% (riqualificazione energetica globale; installazione di generatori ibridi o microgeneratori; coibentazione di pareti, soffitti, tetti o pavimenti; installazione di pannelli solari termici; installazione di pompe di calore; sostituzione degli impianti di riscaldamento). Incentivi, dunque, che hanno dato modo di recuperare una buona parte dell’investimento fatto, con la detrazione che deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Ma come banca non intendiamo arrenderci al fatto che il solo 2022 possa essere quello destinato ad essere ricordato come l’anno degli investimenti green. E, infatti, mentre si attendono entro la fine dell’anno i prodotti Esg su cui il Gruppo bancario cooperativo Iccrea sta lavorando sia a livello corporate, cioè per le aziende che vogliono investire, sia retail, ovvero per la clientela delle famiglie, seguendo una tradizione per noi consolidata la nostra Bcc ha messo a punto una serie di prodotti a vocazione “green”.
«E questo perché, anche se spinto dalla necessità di fare fronte alla crisi energetica, il tema ambientale è entrato di prepotenza tanto nelle case quanto nelle piccole e medie aziende dell’Altomilanese e del Varesotto -riprende Roberto Gentilomo-. Abbiamo quindi aperto nuovi tavoli di confronto con le associazioni di categoria del territorio e scelto di sviluppare nuovi prodotti. In particolare, vogliamo premiare le iniziative legate al recupero immobiliare di chi sceglie la strada della bioedilizia e l’innalzamento della classe energetica degli edifici».
I nuovi prodotti si chiamano “Mutuo green” e sono pensati soprattutto per il mercato dell’edilizia, tanto per le ristrutturazioni avviate dai privati quanto per le nuove costruzioni proposte da artigiani e imprese edili. «In estrema sintesi, i nostri mutui green sono strettamente correlati alla classe energetica degli edifici, offrendo un tasso fisso molto competitivo, quindi un trattamento economico più favorevole, per chi decide di investire su un immobile maggiormente sostenibile», spiega Gentilomo.
Due i segmenti di riferimento. Innanzitutto quello del nuovo, «pensato per chi acquista o per chi realizza immobili che abbiano una classe energetica almeno di tipo B -dice Gentilomo-. Stiamo parlando di immobili di pregio e o del classico mutuo per il privato che li compra o di quello fondiario per le imprese che costruiscono e che poi volturano ai singoli acquirenti quota parte del finanziamento che è stato acceso. E in questa classe di riferimento rientrano a pieno titolo anche le case in bioedilizia, come quelle in legno: un mercato che sta, lentamente ma progressivamente, prendendo sempre più piede». La bioedilizia, infatti, è un modo di costruire nel modo più ecologico possibile, integrando e ottimizzando l’uso di materiali naturali con le tecniche costruttive adatte a ridurre l’impatto energetico, così da ottenere una casa a basso consumo e salutare per i suoi abitanti. C’è una vera e propria filosofia dietro questo tipo di pratica architettonica che è profondamente rispettosa dei principi della sostenibilità: infatti, al di là dello scontato impiego di materiali naturali e ecologici, alla base c’è una scelta consapevole assunta tenendo presente la longevità dei materiali, il loro smaltimento alla fine del ciclo di vita e, soprattutto, il loro riciclo.
Il secondo segmento di riferimento per il mutuo green ideato dalla nostra banca è quello dei privati. In questo caso il mutuo verde è destinato alla ristrutturazione «e, di fatto, consente alle famiglie di intervenire sulla propria abitazione o di acquistare un immobile di classe energetica inferiore con l’obiettivo di migliorarla -riprende Roberto Gentilomo-. In questo caso l’erogazione del mutuo avviene con delle tranche che seguono lo stato di avanzamento dei lavori, perché noi accompagniamo il privato per tutto il periodo della ristrutturazione. Siamo anche studiando un prodotto chirografario che vada a premiare tutte quelle ristrutturazioni che consentono all’immobile di fare un salto di classe energetica: in questo caso il cliente dovrà fornirci un Ape ‘pre’ e un Ape ‘post,’ cioè il certificato energetico redatto da un tecnico che attesti il salto di classe: così facendo scattano le premialità sul tasso previste dal nostro finanziamento».