Più formiche che cicale. Sarà il timore della recessione, sarà un’innata propensione alla prudenza, fatto sta che gli italiani al risparmio non rinunciano. E più la crisi morde duro e gli orizzonti sembrano ancora incerti, nonostante qualche segnale di schiarita, più si stringono i cordoni della borsa per mettere da parte qualcosa per il futuro. Gli italiani risparmiano sempre di più, nonostante le difficoltà. La conferma arriva dai bollettini dell’Abi, l’Associazione delle banche italiane, che testimoniano un aumento dei depositi degli italiani pari a 44 miliardi di euro tra il novembre 2013 e il novembre 2014, con un rialzo del 3,6% (era del 2,4% a ottobre). Nel medio periodo, ossia dall’inizio della crisi, gli italiani hanno accantonato 196 miliardi di euro, portando i depositi a quota 1.708,6 miliardi di euro, con una crescita del 12,95% in sette anni. Una dinamica ancora più evidente se si guardano i dati riguardanti le obbligazioni che invece sono diminuite nei portafogli degli italiani per 25,3 miliardi di euro rispetto a un anno fa, con un calo del -1,5%. Si accantona e lo si fa con prudenza, come se i risparmi fossero un salvagente per le incertezze della congiuntura presente.
Ed è proprio l’instabilità a dominare le condizioni percepite dalle famiglie, come rileva il sondaggio condotto dall’istituto Ixè a febbraio 2015. Le persone che ritengono di vivere in condizioni positive sono il 40% del campione intervistato: il 4% dichiara di vivere agiatamente concedendosi anche dei lussi, mentre cala in modo lento ma costante chi pensa di vivere serenamente, senza particolari affanni (36% nel 2014 e 37% nel 2015). Il 60% degli intervistati reputa di vivere in condizioni negative: di questi il 44% afferma di avere i soldi per pagare appena le spese, mentre il 16% dice che le risorse non bastano nemmeno per l’indispensabile. In un contesto così difficile, gli italiani pensano sia essenziale proteggersi in caso sopravvenga una malattia, la perdita del lavoro o semplicemente per fronteggiare le spese impreviste. E quindi tirano la cinghia e fanno economia. «Uno degli esiti della crisi è proprio la maggiore propensione ai risparmio – afferma Adalberto Tomasello, responsabile dell’Area Mercato della nostra Bcc-. I consumi sono scesi ma la propensione al risparmio è visibile: si spende meno e si mette da parte. Certo, questo atteggiamento riguarda chi, già prima della crisi, aveva una quota di risparmio e non chi faticava ad arrivare alla fine del mese. Bisogna poi considerare che il nostro territorio è mediamente benestante, con una ricchezza storicizzata. Fa eccezione chi ha perso il posto di lavoro». Anche nella nostra i Bcc la propensione al risparmio è in crescita, con un aumento della raccolta gestita e amministrata. La semestrale 2014 ha registrato un incremento della raccolta complessiva dell’1,7% rispetto al 31 dicembre 2013, con andamenti indifferenziati: un aumento della componente indiretta del 6,7% e una diminuzione della diretta dell’1,55%, in aumento del 2,7% rispetto a giugno 2013. «Per quanto riguarda il credito al consumo registriamo un aumento degli affidamenti, con il numero delle operazioni che è salito del 20%, a differenza della tendenza nazionale che è negativa – aggiunge Tomasello-. Bisogna però rilevare che l’attività è legata soprattutto ai consolidamenti più che al vero consumo. Si tratta per la maggior parte di ristrutturazioni di vecchi debiti: è un modo in cui la nostra banca cerca di andare incontro a chi si è ritrovato con più rate da pagare, rivedendo il prestito o allungandone la durata. Di certo, l’incertezza è l’incognita che frena i consumi».
I rischi dello scacchiere geopolitico costituiti da Grecia e Ucraina sono calmierati da mercati che sono molto tranquilli e drogati dalle banche centrali: questo dovrebbe portare, nel breve termine, a una maggior fiducia. «Un primo segnale positivo arriva dall’aumento dell’erogazione dei mutui: -conclude Tomasello- un anno fa avevamo registrato una crescita del 50%, che è quasi raddoppiata nel 2014 e che anche adesso registra una crescita sostenuta». Non tutti riescono a risparmiare, certo, soprattutto quando si tratta di famiglie. Ma chi può farlo, anziché spendere, risparmia: ben il 41% dei nuclei familiari riesce a mettere qualcosa da parte (dati Ixe 19 febbraio 2015). Il motivo principale per cui si cerca di accantonare qualcosa è il futuro, sia quello dei figli (17%), sia il proprio (11%). La prudenza di non farsi trovare impreparati davanti alle emergenze fa stringere la cinghia al 11%. Il 3% dichiara di accantonare qualcosa per concedersi una vacanza. Il 4% del campione si preoccupa invece della pensione, mentre teme eventuali problemi di salute il 3%. Non mancano poi altre voci all’1-2%, in particolare per un acquisto importante, come automobile ed elettrodomestici e l’acquisto di una casa. «Si continua a risparmiare nonostante la crisi – conferma Carlo Crugnola, vicedirettore e responsabile dell’Area Finanza della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate -. Il futuro dei figli è sicuramente uno dei pensieri principali di chi accantona qualcosa ma, differenza di qualche anno fa, non c’è più una locazione precisa per i risparmi.
In molti iniziano a pensare alla pensione, per i figli o per se stessi, fin da giovani: si tratta di un tema molto importante e delicato, in quanto è sempre più chiaro che se non si fa niente oggi, domani ci si ritroverà con un grosso problema. I fondi pensione aperti sono ora una delle formule preferite e ci sono anche delle agevolazioni dal punto di vista fiscale. L’alternativa sono i piani di accumulo, che hanno caratteristiche simili a un fondo pensione ma non godono di benefici fiscali». Per chi sta mettendo qualcosa da parte, l’aspetto più importante è avere una consulenza professionale: «Le obbligazioni e le altre forme che danno reddito sono prese sempre meno in considerazione, in quanto i tassi sono schiacciati e quindi davvero poco interessanti. Si interviene sui mercati in tempi diversi, togliendo i rischi che possono derivare dal fatto di muoversi in un solo momento. Diversificare gli investimenti oggi è fondamentale, è necessario rivolgersi a una figura che conosca il mercato e i prodotti e consideri l’esposizione al rischio. In ogni filiale della Bcc si possono trovare dei servizi dedicati per studiare un investimento calato sul proprio profilo di rischio: diamo servizi di consulenza e consigli su misura per ogni situazione»