Artigianalità, qualità e sicurezza: i cardini della Lattoneria Pinciroli

Da nonno Pierino a Virginio e Mirko, la storia di un’azienda che in sessant’anni d’attività ha saputo ampliarsi, crescere e rinnovarsi offrendo sempre un servizio di eccellenza

29Un passato, fondato sulla tradizione, l’affidabilità e il lavoro artigianale; un futuro sulla differenziazione del business: così si presenta la Lattoneria Pinciroli di Busto Garolfo, poco più di sessant’anni all’anagrafe. La radici di questa attività risalgono a quando Pierino Pinciroli, abile artigiano, fonda nel 1954 la Lattoneria omonima. Gli esordi si devono alle capacità di un uomo che ha sempre lavorato e che si è fatto da sé -ricorda Virginio, suo figlio e attuale titolare dell’azienda. «I primi clienti arrivarono grazie al passaparola; qualcuno parlava bene di papà e di come rispettasse le scadenze, garantendo un prodotto di qualità. In questo modo entravano nuovi lavori e si allargava il giro dei clienti». L’attività consisteva principalmente nella lavorazione della lamiera, nella piccola riparazione e nell’artigianato; tutto un lavoro manuale dove non c’erano ancora specifici macchinari per la lavorazione, ma, a fare la differenza, era l’esperienza maturata in anni di gavetta. La vera fase di espansione per l’azienda arrivò negli anni ‘50-’60, quando il settore dell’edilizia conobbe un momento di grande sviluppo. Pierino Pinciroli assunse un secondo operaio, che si affiancò all’attività sua e a quella della moglie, Virginia, anche lei addetta al lavoro manuale. «Anche mia nonna era capace di utilizzare i macchinari –ricorda Mirko Pinciroli, terza generazione della famiglia di lattonieri–; lei modellava la lamiera, era capace di costruire i pezzi, ma certo non usciva a montare il materiale sui tetti. Quella era un’attività veramente difficoltosa, anche perché strumenti e strutture non facilitavano certo il lavoro». L’attività di montaggio gravava interamente su Pierino, che per trasportare i pezzi e muoversi nell’area di Villa Cortese, Canegrate e San Giorgio, su cui ancora oggi la lattoneria può vantare un ampio numero di clienti, poteva sfruttare solamente una bicicletta a tre ruote. Questo “spazio” conquistato con tanta fatica rappresenta, ancora oggi, l’area di riferimento per l’azienda. Con la crescita del lavoro, negli anni ’70, entrano in società Giovanni e Luisa, figli di Pierino, e il marito di Luisa, Mario; ingressi che, nel 1983, trasformano l’azienda in “Eredi Pinciroli Pierino SNC”. Nel 1995 subentra Virginio che, con il figlio Mirko, responsabile del controllo e dell’esecuzione dei lavori sul cantiere, ancora guida l’attività dell’azienda, diventata Srl nel 2005. La fase di inserimento in azienda, da sempre, avviene in modo graduale; il che accade sia per i dipendenti, molti dei quali hanno iniziato a lavorare fin da ragazzi, circa dai quindici anni, sia per gli attuali responsabili. Virginio racconta che all’età di dieci anni ha iniziato a conoscere l’ambiente di lavoro, mentre, a quattordici anni, risale il vero e proprio inizio. Caratteristica ricorrente delle aziende familiari, la continuità fabbrica-casa è mai stata un problema per la lattonieria Pinciroli? «Per noi questo fatto non ha mai rappresentato un ostacolo» spiega Virginio. Le questioni di lavoro rimangono tali, anzi sono molto più semplici i contatti le opinioni e, riferendosi al figlio: «se lo chiamo risponde subito, anzi siamo sempre informati sui nostri spostamenti e riusciamo più facilmente a comunicare».

30Nel corso degli anni l’attività della lattoneria si è ampliata e per sopravvivere a un mercato sempre più competitivo ed esigente si è rivolta anche a settori come lo smaltimento dell’eternit, la rivendita di coperture in alluminio, l’inserimento e il noleggio delle piattaforme che si è rivelato negli ultimi vent’anni il reparto maggiormente produttivo. Contemporaneamente si è perfezionata la specializzazione nei sistemi anticaduta (linea vita) e il recupero di materiali pericolosi come la lana di roccia e di quelli difficilmente smaltibili come l’eternit, più noto come amianto. Se questa lungimiranza imprenditoriale, aperta a nuovi sbocchi lavorativi, ha permesso all’azienda di sopravvivere, i veri punti di forza per la famiglia Pinciroli restano i rapporti umani, elemento, da sempre, imprescindibile per la gestione. «Abbiamo dodici dipendenti, alcuni dei quali lavorano con noi da 25 anni; sono entrati in azienda, cresciuti professionalmente con noi e condiviso tanti passaggi lavorativi. Quindi si crea un rapporto al di là del lavoro, si finisce per diventare una vera e propria famiglia». Questa fiducia e stima reciproca caratterizza l’intera attività dell’azienda, dal rapporto con i fornitori a quello con i clienti: «è fondamentale garantire un prodotto di qualità e un servizio efficiente–aggiunge Virginio–; infatti abbiamo clienti che si affidano a noi da anni. Puntiamo sulla serietà, uno strumento che si è rivelato fondamentale insieme con il passaparola. Questa è una delle nostre carte vincenti». Le parole serietà e qualità ricorrono più volte; non sono parole ma riferimenti tenuti sempre ben presenti: l’azienda Pinciroli negli anni Novanta è stata la prima, sul territorio, ad acquistare cinque diversi tipi di piattaforma in grado di garantire un servizio più efficiente e, soprattutto, una sempre maggiore sicurezza per i dipendenti. Mantenendo fede a questa impostazione, adesso i Pinciroli sono impegnati su diversi fronti per ottimizzare il servizio e migliorare la qualità offerta ai clienti. Questa politica d’investimento ha portato l’azienda ad avere un’offerta più ampia e capace di soddisfare le diverse esigenze dei clienti. «La maggior parte del nostro lavoro è effettuato presso privati o in collaborazione con aziende edili; noleggiamo anche i nostri macchinari, che, grazie alle diverse possibilità d’elevazione e grandezze, possono adattarsi ai diversi tipi di costruzione su cui operiamo».

31Nel 2007 l’azienda ha raggiunto un importante traguardo, l’ampliamento del magazzino per ospitare grossi macchinari. Per fare tutto questo si è rivelato fondamentale il rapporto con la banca, con cui da sempre collaborano. «La Banca di Credito Cooperativo ci ha aiutato nel raggiungere questo traguardo –ci dice Mirko–. Da sempre ci supportano e sostengono; siamo loro soci da quando siamo nati. Con loro abbiamo un rapporto diverso, possiamo parlare e avere un’autentica consulenza sui vari problemi che, specie in questo periodo di crisi, abbiamo dovuto fronteggiare». Ad oggi però i Pinciroli confermano che il progetto ultimato nel 2007, trasferirsi dalla vecchia sede in via San Michele a quella in viale dell’Industria, si è rivelato vincente. «Abbiamo comprato il terreno e lì edificato la struttura dove siamo tutt’ora; abbiamo più spazio per contenere la merce e i macchinari: per noi era indispensabile ampliarsi». E per il futuro? Quali gli obiettivi di questa vivacissima azienda sessantenne? Padre e figlio rispondono nello stesso modo «superare questa crisi, questa fase discendente del lavoro, magari specializzandosi ulteriormente e sviluppando ancora di più il settore che ha meno risentito del calo, lo smaltimento di amianto e di eternit».

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