Ci confrontiamo con la realtà

Roberto Scazzosi, presidente Bcc Busto Garolfo e Buguggiate

C’è sempre un prima volta. Nel nostro caso è la prima volta che la Bcc chiude un esercizio in perdita. È stata una decisione difficile quella mia e del CdA di presentare all’assemblea dei soci di fine aprile il bilancio con un segno meno. Una decisione difficile, ripeto, ma necessaria. Necessaria per la nostra banca, perché prima si contabilizzano gli effetti della crisi, prima si riparte. Una decisione che non esito a definire saggia, che considera la situazione economica molto complessa che stiamo attraversando e che ne trae le debite conclusioni. La crisi, lo scorso anno, ha fatto molte vittime fra le aziende: i fallimenti registrati nei tre tribunali di riferimento del nostro territorio sono triplicati dal 2007, ossia dall’ultimo anno ante crisi. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e avevo già cominciato a spiegarli nella newsletter ai soci di qualche settimana fa: per descrivere una situazione di crisi generalizzata, l’immagine più calzante è quella dell’effetto domino. Fallisce un’azienda, i dipendenti restano senza lavoro, i fornitori non vengono pagati, le banche che hanno concesso credito all’azienda non riavranno più il denaro. È una spirale per cui molti economisti hanno richiamato la crisi del 1929, per la profondità degli effetti e il carattere fortemente strutturato. È una situazione con cui bisogna fare i conti mantenendo la calma e comportandosi con razionalità. Per questo, da mesi stiamo lavorando per trovare le soluzioni più idonee; quelle misure che, considerando la crisi in atto, gettino le basi per gestire al meglio la nostra Bcc negli anni a venire. Ripartiamo quindi da qui, da questo bilancio che sarà votato in assemblea, per pianificare un futuro che non sembra riservare grandi certezze. È d’obbligo una breve panoramica per comprendere meglio la situazione: i cinque maggiori istituti bancari chiudono il 2011 in rosso con un passivo complessivo di svariati miliardi di euro, come in perdita sono anche grandi realtà cooperative delle banche popolari italiane. E tutte insieme valgono ben più della metà del nostro mercato bancario. Tornando a noi, il punto di partenza, però, non è soltanto la perdita di bilancio; sono anche gli indicatori come il margine di interesse e quello di intermediazione, che fanno della nostra Bcc una realtà ai primissimi posti in Lombardia per redditività nel credito cooperativo. A questo aggiungiamo che ora un altro punto di forza della nostra Bcc è la sempre maggior attenzione posta al presidio dei crediti. Ultimo ma non meno importante, l’aspetto della governance: da qualche anno è in atto un rinnovamento negli amministratori e nel management della Bcc che ne sta facendo una realtà dinamica e attenta alle indicazioni che arrivano dai mercati e ai segnali dell’economia reale, con cui si è mantenuto in questi anni e si manterrà sempre un rapporto molto stretto. Insomma, di fronte a questa crisi che si è abbattuta su tutti, grandi e piccoli, non siamo stati con le mani in mano, abbiamo gettato le basi e lavorato per aiutarci a riprendere e crescere, come dice il nostro claim e come tutti auspichiamo. I nostri riferimenti sono quelli di sempre, quelli che ci hanno guidato in un secolo abbondante di storia e cui continueremo a fare riferimento in futuro: i soci, i clienti, il territorio e i suoi attori, con cui molto abbiamo collaborato in questi ultimi anni e che ancora avremo come partner in progetti in un futuro molto prossimo. Con trasparenza, responsabilità e senso del sistema.

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