Un anno da metterci la firma

L’edizione 2009 del calendario targato Bcc sarà dedicato alle belle panoramiche che offrono i campanili del nostro territorio. E chi lo desidera può personalizzarlo

Siamo il Paese dei campanili. Non è letteratura; è storia, la nostra. L’Italia delle Cento Città, alla loro ombra è nata, è cresciuta, ha misurato il tempo, cadenzato le ricorrenze religiose, si è incontrata, scontrata, ribellata, ha celebrato i propri riti, le proprie feste e le proprie proteste, diventando, appunto, un Paese. Maestoso o modesto, massiccio come una torre difensiva o slanciato -quasi in preda a un anelito ultramondano trasmesso dalla chiesa sua vicina-, a ciascuno il suo; non importa se bello o brutto, meta di turisti o bellamente ignorato dalle guide, il campanile della nostra città, della nostra parrocchia ci tocca in sorte. Quello è, né potrebbe altrimenti essere. Lì l’occhiata che diamo dalla finestra si impenna, lì il profilo del nostro piccolo mondo si increspa, si stacca dai tetti per fare una puntura al cielo. Abituati come siamo a guardare il campanile, ignoriamo come sia lo sguardo da lassù. Una visuale “mai vista”, che per il 2009 la nostra Banca vuole offrire, in dodici scatti da calendario, ai suoi Soci e clienti. Dodici angoli visuali per squadrare anche dall’alto le nostre città. «Negli ultimi anni abbiamo sfogliato i dodici mesi percorrendo il nostro territorio ad altezza d’uomo -dice il presidente della Bcc, Lidio Clementi-: per il 2009 abbiamo issato il cavalletto nelle celle campanarie e da lì abbiamo fatto il ritratto ai nostri abitati. Non cambia il soggetto, piuttosto muta radicalmente la prospettiva. A noi riconoscere, sul calendario, quello che, sotto altre angolature, è davanti ai nostri occhi tutti i giorni dell’anno; le città in cui viviamo». Foto, quelle che illustreranno i prossimi dodici mesi, che ci lanceranno una piccola sfida. Noi, che nelle città e delle città viviamo, ci troveremo a guardarle dall’alto, per una volta costretti a reinventariare tutti i nostri punti di riferimento. Con un avvertimento: da lassù lo sguardo guadagna in libertà, in possibilità di spaziare. Ecco perché l’orizzonte si allontana, non resta fra le mura, ma abbraccia il territorio circostante. «Idealmente l’obiettivo della macchina fotografica, per questo calendario, ha ripercorso il cammino della nostra Banca -chiosa Clementi-: dal campanile è passato al territorio. Da un impegno speso entro un reticolato di contatti conosciuto e familiare, ci siamo spinti verso altri campanili, altre città, altre comunità per scoprirne, nella somiglianza di fondo, la singolarità irriducibile». Più che un cambio di passo, un salto dunque, da un punto visuale che è lo spazio in cui ci muoviamo e operiamo alla panoramica, alla visione complessiva, alla possibilità di sintesi: questo dall’obiettivo del nostro fotografo, questo nel mirino della Bcc, che, per servire ancora meglio le nostre città, ha sentito il bisogno di guardare oltre i loro confini, zoomando su tutto il territorio. «Una novità importante per il calendario in preparazione è la possibilità che diamo alle aziende di personalizzarlo (per i dettagli si veda il box sotto, ndr) -conclude il presidente del Progetto Soci e Territorio, Alberto Morandi-. E questo perché da qualsiasi prospettiva si inquadri il territorio, in primo piano, per noi, resterà sempre chi lo abita e chi lo rende, anche visto da un campanile, riconoscibile e unico»

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