I segnali positivi che arrivano da più parti e a cui collabora anche la nostra Bcc (in altra parte del giorna- le diamo conto dei 50 milioni di euro in finanziamenti agevolati riservati agli imprenditori e della “cordata” per il salvataggio di un reparto di eccellenza della Rimoldi di Olcella), non bastano di certo a sanare una situazione di crisi, che in tutto l’Altomilanese, ma più in generale in tutto il territorio di nostra competenza, sono davvero preoc- cupanti. Di questi problemi, e delle possibili soluzioni, si è parlato il 28 settem- bre a Legnano, in un dibattito pub- blico organizzato dal quotidiano “La Prealpina” tra attori locali, e la nostra banca è stata riconosciuta come una dei protagonisti che pos- sono contribuire a combattere la crisi economica. Il nostro presidente, Silvano Caglio, è infatti intervenuto come relatore al fianco degli assessori della Provincia di Milano allo sviluppo economico e innovazione, Luigi Vimercati, e alle crisi industriali, Bruno Casati. Sul tavolo anche i rap- presentanti delle asso- ciazioni di categoria (Antonella Rudoni ed Edmiro Toniolo, presi- denti di Ali e Confartigianato), il presi- dente di Euroimpresa, Gianni Geroldi, e gli operatori economici e sociali del territorio. In queste pagine non abbiamo presunzione di cronaca, ma vogliamo egualmente riportare alcuni spunti, utili a meglio capire le sfaccettature di una discussione che coinvolge tutti noi, soci di una Bcc che intendere fare la pro- pria parte per il rilancio econo- mico e la coesione sociale del territorio in cui opera. Geroldi, consulente del ministe- ro del Lavoro e presidente di Euroimpresa, spiega dunque che, “oggi l’Altomilanese è l’a- rea dei centri commerciali. E se questo è positivo dal punto di vista occupazionale, lo sviluppo porta con sé negatività, perché l’area si riscopre fragile per la mancanza di un sistema in grado di supportare nel tempo lo sviluppo dell’Altomilanese. Il commercio -ha detto Geroldi- è strettamente connesso alla ricchezza della popolazione. E la ricchezza deriva dal lavoro”. Ma i posti di lavoro sono in calo, ha detto Antonella Rudoni, presidente degli industriali, “sia perché le nostre imprese perdono quote di mercato, soprattutto a causa della concorrenza straniera, sia perché non c’è la cultura del mettersi in proprio. Troppo pochi, infatti, sono gli imprenditori nel nostro paese e troppo basso il tasso di vita delle imprese: il 70% delle aziende non raggiunge la terza generazione, quindi ha una vita limitata e una prospettiva finita”. Quindi l’economia del territorio deve essere sostenuta, “e questo può avvenire -ha detto Edmiro Toniolo, presidente di Confartigianato Alto Milanese- uniformando i regolamenti nei vari comuni per rendere omogenee le situazioni sul territorio, investendo sulla capacità di attrazione, mettendo in atto dei reali piani di marketing territoriale, sup- portando le neo imprese e i nuovi imprenditori”. Insomma, a detta di tutti è il momento di fare qualcosa, perché, come ha sintetizzato l’assessore Casati, “L’Altomilanese è una realtà sospesa tra la via del de-sviluppo e quella dello sviluppo. Qui siamo su un piano inclinato su cui scivolano il lavoro ed i suoi soggetti. Serve un progetto alto, da costruire con lo sforzo di tutti: un progetto direttore, un intervento di riscatto, nel quale la Provincia è disposta a giocarsi con entusiasmo, anche facendo da coordinamento e regia”. Auspici ripresi dall’assessore Vimercati: “stiamo vivendo la crisi, ma abbiamo un capitale inestimabi- le: il capitale del lavoro e la cultura dell’impresa. Da questi due pilastri possiamo partire per il nuovo, lavo- rando con quel metodo concertativo che ha già dato risultato in molte parti e coinvolgendo i sindaci per governare la trasformazione. Dobbiamo fare sistema, soprattutto su tre temi cruciali: ricerca, forma- zione e investimenti. In particolare, serve un sistema creditizio che non sia sordo, che si metta davvero in gioco”. E la provocazione del vice presi- dente della Provincia è stata ripresa dal nostro presidente Caglio, che ha così presentato le tante iniziative messe in cantiere dalla nostra banca, il disgeno complessivo che si sta perseguendo con le Confartigianato dell’Alto Milanese e di Varese, e ribadito che il futuro si gioca a livello di Nord Ovest, cioè di quell’area che dal nuovo polo fieri- stico di Rho, sale per la Malpensa fino a Varese.
