Futuro, prossimità e persone al centro nell’annuale assemblea di Federazione

Due giorni di convegno. Due giorni dedicati alle analisi e alle riflessioni sul presente e, soprattutto, sul futuro del Credito cooperativo, in primis lombardo. A Roma, il 6 e 7 ottobre, presidenti e direttori delle Bcc si sono ritrovati e, sotto l’egida e l’organizzazione della Federazione Lombarda delle Bcc, hanno dato vita ad una ‘due giorni’ di confronto serrato e fattivo, su alcuni dei temi più dirimenti della attuale situazione socio-economica regionale e nazionale.
Il paese di domani visto in prospettiva intergenerazionale, questo il titolo dato alla assemblea annuale della Federazione lombarda delle Bcc, finalmente in presenza, con l’obiettivo di fare focus sul ruolo delle Banche di Credito Cooperativo.
Si è partiti dalle sfide demografiche, analizzando, grazie al contributo del professor Rosina dell’università Cattolica di Milano, i problemi derivanti dall’invecchiamento della popolazione italiana e dal conseguente rischio legato agli effetti del cosiddetto “degiovanimento” di società e mercato. Dai giovani si è passati a parlare di territorio. Il concetto di prossimità visto alla luce della nuova stratificazione sociale; i riflessi della desertificazione socio-demografica sulle comunità e su una sanità con sempre più vuoti strutturali, a fronte, di contro, di una crescente richiesta di protezione sociale. Con l’idea condivisa coi referenti presenti di Regione Lombardia e di Confcooperative Welfare, della necessità di costruire nuove comunità responsabili, capaci di riconoscere la centralità della persona e ridare un’anima ai territori: prossimità, quindi, come idea di vicinanza e impegno mutualistico e solidale.
Nella seconda parte del convegno si è passati a trattare più prettamente temi bancari. Analizzando il valore sociale e territoriale delle Bcc, nel confronto con le Community banks americane, ragionando di quali siano le linee reddituali più consone al sistema creditizio cooperativo, alla luce dei problemi di welfare ed economici evidenziati. Si sono chiusi i lavori ribadendo la necessità di lavorare affinché la biodiversità bancaria delle Bcc venga riconosciuta dagli organismi nazionali ed europei. Ne gioverebbero in primis tutti i territori nei quali le Bcc insistono, spesso ormai come unica realtà bancaria, ma, soprattutto, dati alla mano, ne gioverebbe l’intero sistema produttivo ed economico.

Simone Mantovani

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