La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate chiude i primi sei mesi del 2022 in crescita e si prepara ad affrontare un autunno che si preannuncia complesso. È di oltre 10 milioni di euro l’utile netto registrato al primo giro di boa, con raccolta, impieghi e indice di solidità che puntano ancora verso l’alto.
Tra i numeri della semestrale che è stata approvata dal consiglio di amministrazione spiccano i dati sulla stabilità dell’istituto: «Il Cet1, principale indice di solidità bancaria, si è attestato al 19,7% contro il 17,9% di un anno fa -osserva il direttore generale, Roberto Solbiati-. Accanto a questo, i numeri relativi alla raccolta e agli impieghi testimoniano una banca vicina al proprio territorio nella quale famiglie e imprese hanno fiducia. La raccolta è infatti cresciuta del 2%, con il dato della raccolta indiretta netta qualificata che ha avuto un incremento dell’8,5% rispetto al primo semestre 2021. Nello stesso periodo gli impieghi sono cresciuti del 3%, con l’importo dedicato ai mutui che è stato incrementato del 5%». Importante è stato anche il lavoro fatto sui costi operativi, «scesi del 10%, nonostante una sensibile crescita di organico», nota ancora Solbiati.
«Questo risultato di grande rispetto è il frutto di una sana quanto prudente gestione dell’istituto, in linea con le scelte strategiche fatte in passato per guardare con serenità al futuro prossimo -spiega il nostro presidente, Roberto Scazzosi-. I primi sei mesi di questo 2022 ci descrivono una banca profondamente solida e pronta a fare la propria parte in un momento storico di particolare difficoltà. Arriviamo da due anni di pandemia e ci prepariamo ad affrontare uno scenario che si preannuncia ancora più complesso. Il conflitto nell’Est Europa, le tensioni internazionali, la crisi energetica sono tutti elementi che stanno caratterizzando il nostro presente e ci chiedono di essere ancora più vicini al nostro territorio per non far mancare il sostegno alle famiglie e alle imprese, senza rinunciare alla mutualità, fattore che contraddistingue il Credito Cooperativo e che permette al mondo del no profit di continuare a dare delle risposte alle esigenze delle nostre comunità, delle famiglie e delle imprese».
Del resto, soprattutto per una banca di territorio il fattore solidità è l’elemento decisivo, specie in un momento di forte instabilità delle imprese, tra rischi di default e vulnerabilità. Come emerge dal focus Censis Confcooperative “Un paese da ricucire”, di cui parliamo più diffusamente a pagina 24 concentrandoci sulla situazione delle famiglie, Nell’anno della “tripla crisi” dal Covid, all’energia alla guerra nel cuore dell’Europa è tornato ad aumentare il rischio default per le imprese italiane. Se nel 2019 le imprese a rischio erano il 12,6%, nel 2022 il dato è salito al 16,1%; le imprese vulnerabili crescono dal 29,4% al 32,6%; le imprese solvibili scendono dal 40,5% al 36,1%% e le imprese solide calano dal 17,5% al 15,2%. Le più colpite sono le microimprese, che rappresentano il tessuto più importante di Altomilanese e Varesotto, come dell’Italia in generale, e che sono le più esposte all’impatto di questa “tripla crisi”. Le microimprese, ovvero quelle con meno di 10 addetti, sono a rischio default per il 16,7% e vulnerabili per il 35,2%: in entrambi i casi sopra la media nazionale. Tra le piccole imprese (10-50 addetti) quelle a rischio default sono il 9,9% e le vulnerabili sono il 26%. Dato migliore per le medie (50-250 addetti) e le grandi (oltre 250 addetti) imprese: a rischio default per, rispettivamente, il 6% e il 4,4% e vulnerabili per il 19,9% e il 15,6%.
«Siamo pronti a far fronte alle esigenze delle aziende nostre socie e clienti con la solidità, la fiducia e il presidio del territorio, ovvero gli elementi che ci contraddistinguono -riprende il direttore generale, Roberto Solbiati-. Si tratta di qualità oggi indispensabili per un istituto bancario moderno che fa della relazione e della presenza i propri valori aggiunti. Come dimostra anche l’apertura della nuova filiale di Corbetta; una scelta in controtendenza per essere sempre più banca di riferimento per un territorio che, nell’area dell’Ovest lombardo, si allunga da Varese fino al Magentino. Guardiamo al domani consapevoli che i prossimi mesi non saranno facili, ma siamo pronti, forti di un modello organizzativo che, adottato alla fine dello scorso anno, si sta rivelando vincente e di un gruppo bancario, Iccrea, che ci sostiene nella sfida al futuro».
«Una sfida che si vince anche combattendo il tema della desertificazione bancaria: problema che abbiamo ben chiaro da tempo, tanto che lo scorso anno la Federazione Lombarda delle Bcc lo aveva affrontato nel proprio convegno autunnale, e che comporta grandi disagi per microimprese, artigiani, commercianti e famiglie, soprattutto nei piccoli paesi e tra le fasce più deboli della popolazione -osserva il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi-. Per questo, dove altri istituti hanno chiuso le loro filiali non solamente noi siamo rimasti, ma abbiamo investito e, con oculate valutazioni strategiche, aperto nuove filiali per rendere la nostra presenza ancora più vicina alla comunità. Proprio grazie alla sana e prudente gestione messa in campo dalle nostre Bcc, nei momenti di maggiore difficoltà il Credito Cooperativo è sempre riuscito a muoversi in controtendenza rispetto ad altri istituti bancari. Ed è così anche oggi: negli ultimi tre anni il numero dei Comuni senza servizi bancari è passato da poco più di 2.500 a oltre 3 mila. E, come affermato dal direttore generale di Federcasse Sergio Gatti, i Comuni in queste condizioni sarebbero il 20% in più senza il Credito Cooperativo. Ben 128 solo in Lombardia dove le Bcc operano come unico istituto bancario».
La nostra Bcc è l’unica banca presente in comuni come Dairago e Villa Cortese in provincia di Milano e Buguggiate e Bodio Lomnago in provincia di Varese. E, come detto, nonostante il periodo non facile, lo scorso giugno ha inoltre aperto una nuova filiale a Corbetta. «È questo il risultato di precise scelte dettate dall’essere banca di territorio -spiega ancora il presidente Scazzosi-. Il territorio è il nostro punto di riferimento: siamo una banca fatta da soci che vivono in un territorio e che rappresentano specifiche comunità. Il territorio è anche la nostra linfa: se cresce il territorio, anche la nostra Bcc cresce. Inoltre, al territorio destiniamo, per statuto, parte dell’utile nel sostenere enti e realtà no profit e progetti dal valore aggiunto. Perché non basta fare la banca, occorre essere banca in modo sostenibile, moderno e attento alle comunità. Anche quando le logiche di mercato potrebbero far intendere scelte diverse, guardiamo alle persone, alle famiglie e alle imprese, e da qui ripartiamo. I nostri 125 anni di storia lo testimoniano con una presenza costante e proattiva».
La nostra Bcc chiude i primi sei mesi del 2022 con raccolta, impieghi e indice di solidità che puntano ancora verso l’alto. Scazzosi: «Risultato importante, frutto di una sana e prudente gestione, in linea con le scelte strategiche fatte in passato per guardare con serenità al futuro»