Ottant’anni dalla deportazione dei lavoratori della ditta Comerio di Busto. Per non dimenticare

Scriviamo questo articolo per ricordare chi ha lottato per la propria dignità e per quella altrui

Il 10 gennaio 1944, alcuni lavoratori della ditta Comerio, Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, Giacomo Biancini, Guglielmo Toia e Melchiorre Comerio, colpevoli di aver fomentato uno sciopero, vennero arrestati.

Le rivendicazioni degli operai di Busto in un volantino redatto nel novembre del ’43 dal Comitato d’Agitazione della “Comerio”:
1) “Concessione di un aumento del 27%
2) Riconoscimento di una quindicina di salario a compenso delle ore lavorative sacrificate durante gli scioperi
3) Impegno da parte degli industriali tessili di regalare ai dipendenti un pacco di vestiti
4) Impegno da parte degli industriali calzaturieri a regalare ai dipendenti un paio di scarpe
5) Impegno da parte degli industriali meccanici e chimici a provvedere alla distribuzione gratuita di un pacco di viveri ai dipendenti
6) Sostituzione dei quadri del Sindacato Unico Fascista”

Le persone vivevano in povertà. È dal marzo del ’43 che gli operai nel Nord Italia sono in agitazione per la miseria provocata dalla guerra. I livelli di vita, già infimi a guerra iniziata, erano ormai scesi sotto la soglia della fame. Il governo Fascista voleva la ripresa immediata della produzione.

Le SS fecero irruzione in fabbrica: spararono in maniera intimidatoria  con l’obiettivo di disorientare i lavoratori in sciopero; arrestarono i componenti della  Commissione Interna, con il solo obbiettivo di una ripresa immediata della produzione.

Solo Comerio, fratello del titolare della ditta, venne rilasciato, gli altri furono deportati nel campo di sterminio di Mauthausen. Arconti, Gallazzi e Cucchetti non fecero ritorno a casa. Mazzon morì qualche mese dopo la fine del conflitto per gli stenti subiti nel campo. La manifestazione ricorderà anche i lavoratori della Comerio che hanno perso la vita per la Libertà, i partigiani Giovanni Ballarati, Luigi Caimi, Rodolfo Mara, Bruno Raimondi e Mario Vago.

Chi erano i deportati della Comerio

Arconti Vittorio
Nato il 22 aprile 1901 a Lonate Pozzolo; Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 29 novembre 1944 ad Hartheim (Austria). Aveva 43 anni.

Biancini Giacomo
Nato il 20 febbraio 1923 a Milano. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato ad Ebensee (Austria) dagli americani.

Cucchetti Arturo
Nato il 18 aprile 1901 a Inveruno. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 25 aprile 1944 a Gusen (Mauthausen). Aveva 43 anni.

Gallazzi Ambrogio
Nato il 4 febbraio 1910 a Busto Arsizio. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 20 aprile 1945 a Mauthausen. Aveva 34 anni.

Mazzon Alvise
Nato il 6 maggio 1907 ad Alano di Piave (BL). Non faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Fu arrestato per errore. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Gusen dagli americani. Morirà poco dopo il ritorno.

Toia Guglielmo
Nato il 28 agosto 1914 a Sacconago. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Mauthausen.

“Martiri – scrive Ernesto Speroni, ANPI Busto Arsizio – per la conquista di un mondo migliore, più libero, più giusto e privo di tiranni, noi tutti di quel loro sacrificio non dovremo mai dimenticarci, non dovremo mai dimenticare questi nostri giovani che, come cita la lapide che li ricorda,“tutto diedero senza mai nulla chiedere”. Di questi volti rimanga in ognuno di noi un ricordo indelebile nei nostri cuori”

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