Halloween: i luoghi del terrore locali. A Gavirate nella casina rosa c’è il fantasma di Guido Morselli

Degli obiettori di coscienza che ci hanno dormito dichiarano che la casa era tormentata da un fantasma. La presenza è stata confermata dalla famiglia che ci ha vissuto..

A Gavirate c’è uno dei luoghi del “terrore” del Varesotto: la “casina rosa”, dove visse e morì Guido Morselli. In quelle stanze, secondo alcuni racconti e testimonianze si aggirerebbe ancora il fantasma di un uomo misterioso, forse proprio quello dello scrittore. L’abitazione è molto semplice, quasi elementare, a due piani ha diverse stufe e camini all’interno per riscaldarla. Niente a che fare con le grandi ville in zona, ha però una bellissima vista: da qui, infatti, si vede il lago di Varese e il monte Rosa. Comprata grazie ai soldi del padre, un dirigente dell’industria farmaceutica Carlo Erba, ha potuto ritirarsi qui a scrivere, senza dover lavorare, con una piccola rendita.

Moroselli fu autore di romanzi e saggi che furono pubblicati solo a partire dal 1974, dopo la sua morte, a causa dell’accoglienza sfavorevole delle case editrici. Si è tolto la vita nell’agosto del 1973, appena prima di compiere 61 anni e appena dopo avere trovato il manoscritto di Dissipatio H.G. nella cassetta delle lettere, rifiutato da Mondadori. Il libro racconta di un giornalista che tenta il suicidio gettandosi nel lago interno a una caverna, fallisce e quando esce si accorge che l’umanità è sparita.

Moroselli in vita è stato un tipo molto particolare. Andava in giro con abiti consunti, si concedeva vezzi come un rustico spago al posto delle stringhe, ma aveva i tratti, fisici e caratteriali del signore, magro con un naso importante. Andava alla libreria Pontiggia di Varese, che, purtroppo non esiste più, o scendeva a scrivere al caffè Veniani di Gavirate con la sua cavalla a prendere i brutti e buoni.

Alla sua morte la casina rosa è andata al comune, per volontà dello stesso Moroselli. Risale proprio a questo periodo la leggenda del fantasma. Degli obiettori di coscienza che ci hanno dormito dichiarano che la casa era tormentata da un fantasma. La presenza è stata confermata dalla famiglia che ci ha vissuto. Una notte la figlia degli inquilini attuali si è svegliata dicendo che c’era un uomo che la guardava nella sua stanza. La cosa è finita lì per qualche tempo. Finché la bambina è entrata nella biblioteca di Varese e ha detto: “E’ quello l’uomo che c’era nella mia stanza”. Ed era un cartellone che raffigurava lo scrittore, da lei mai visto prima.

Come raggiungere la casina rosa

E’ raggiungibile senza difficoltà a piedi da tutti. Bisogna partire dalla chiesa di Santa Trinita, sulla strada che da Masnago (Varese) porta a Gavirate. Si cammina in salita per una decina di minuti e si sbuca in un prato. La si vede in cima all’altura, tra i boschi.

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