Parte la sperimentazione per la nuova misura per la lotta all’evasione. I controlli saranno avviati in via sperimentale nel 2018 per le persone fisiche, per l’anno di imposta 2013-2014, poi, nel 2019, toccherà alle persone giuridiche. Successivamente l’Agenzia delle Entrate elaborerà un indicatore di rischio, che uscito dalla fase di test sarà applicato a tutti. La misura battezzata risparmiometro vuole colpire chi vive con i soldi del nero. Facciamo un esempio per capire meglio. Se na persona accredita lo stipendio in banca, senza mai spendere nulla, si presume che viva con altri redditi non dichiarati e che paghi i suoi acquisti quotidiani in contanti, con soldi non dichiarati allo Stato.
Come funziona? Il risparmiometro calcola la giacenza presente sul conto corrente, dato che ottiene grazie alle informazioni che le banche sono tenute a fornire in tempo reale all’Anagrafe dei rapporti tributari. Poi compara questo dato con il reddito dichiarato dal contribuente. In base al tenore di vita del contribuente e alla fascia di reddito in cui questo si inserisce, valuta l’entità di spesa che una famiglia media dello stesso livello può sostenere; la differenza costituisce il potenziale risparmio familiare. Se il risparmio effettivo è superiore a quello potenziale stimato, allora scatta l’anomalia, ma non ancora la multa. Come per il Redditometro il cittadino può difendersi e giustificare i suoi risparmi. Solo a questo punto può scattare l’accertamento fiscale.