Perché serve maggiore proporzionalità per le Bcc dall’Europa

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“Siamo innanzitutto banche – ha spiegato il presidente di Cassa Centrale Giorgio Fracalossi – abbiamo la responsabilità di conservare, gestire il denaro e restituirlo. Una responsabilità enorme”.

Augusto dell’Erba, il presidente di Federcasse, intervenuto nel corso della seduta del Consiglio nazionale della Federazione italiana delle banche di credito cooperativo e delle casse rurali, tenutasi a Trento alla Federazione Trentina della Cooperazione ha spiegato perché serve maggiore proporzionalità per le Bcc dall’Europa. ha richiamato il tema della proporzionalità delle norme bancarie, che attualmente non distinguono tra una banca grande e una piccola. “Non invochiamo misure di favore per avere imprese di credito più lucrative, ma per fare meglio il nostro lavoro, in rispetto della nostra specificità, al servizio alla comunità”.

“Siamo innanzitutto banche – ha spiegato il presidente di Cassa Centrale Giorgio Fracalossi – abbiamo la responsabilità di conservare, gestire il denaro e restituirlo. Una responsabilità enorme”.

La richiesta di maggiore proporzionalità delle norme bancarie rispetto alla natura imprenditoriale, alle dimensioni, alla complessità degli istituti di credito (in particolare Bcc, Casse Rurali e Raiffeisen) è una delle indicazioni unanimi più significative emerse è una delle richieste principali emersa durante la seduta del Consiglio nazionale. Dell’Erba ha sottolineano come “il dibattito consiliare ha consentito ancora una volta di registrare un impulso unanime e assai risoluto nel supportare – con la spinta delle comunità e dei territori – lo sforzo politico-culturale ancor prima che normativo di inserire elementi di ‘proporzionalità strutturale’ nella normativa bancaria europea”.

“Registro con estremo favore l’impegno costante, oggi rilanciato con determinazione, per far sì che la normativa bancaria europea riconosca un criterio di proporzionalità, essenziale anche per le nostre Casse Rurali che potrebbero esercitare meglio la propria attività ed essere sempre più vicine al territorio e ai propri soci. Questo si tradurrebbe anche in una maggior capacità di erogare credito con minori vincoli e costi di sovrastruttura dovuti ad adempimenti burocratici e amministrativi”, ha commentato il presidente della Federazione Roberto Simoni.

Famiglie e imprese hanno ancora bisogno della presenza fisica degli sportelli bancari sul territorio, come è emerso nella relazione di Andrea Viola, dell’Università Cattolica di Milano. Le imprese vicine ad una Bcc o Cassa Rurale hanno più facile accesso al credito, in particolare di lungo termine. Le banche di grandi dimensioni non hanno lo stesso effetto. Le banche cooperative sono molto efficaci nel servire le micro e piccole imprese che sono quelle che hanno maggiori difficoltà di liquidità e di finanziamento.

“per le Casse Rurali e Bcc la sfida per il futuro è quella di inventare un modello originale di servizio: “figital” (un po’ fisico un po’ digitale), digitale ma con componente di accompagnamento, di comprensione delle esigenze che non può che prevedere qualche forma di presenza”, ha concluso Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse.

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