Gli italiani tornano a risparmiare

Il rapporto di Acri e Ipsos evidenzia che la ripresa c'è, anche se non si vede. Il 40% degli italiani riesce a mettere via qualcosa a fine mese, anche se i timori per il futuro rimangono ed è grande la sfiducia nell'UE

Per il sedicesimo anno consecutivo l’Acri, l’Associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio ha presentato un’indagine sugli italiani e il risparmio, realizzata in collaborazione con Ipsos.

«Il risparmio fa bene alle famiglie e alla società perché richiama la responsabilità sociale del consumatore e la sostenibilità delle sue scelte di consumo nel lungo periodo», ha commentato il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti. E gli italiani sembrano pensarla come lui: Dall’indagine emerge che il 40% degli intervistati è riuscito a risparmiare negli ultimi dodici mesi. Il 33% ritiene che il risparmio sia importante per l’Italia per fornire risorse a società filantropiche, umanitarie e caritatevoli. Il 16% è lo definisce “fondamentale”.

Dall’indagine emerge chiaramente la distanza tra dati di fatto positivi e la ripresa di timori per le prospettive future. Da una parte ci sono elementi che dovrebbero sostenere una nuova fiducia: il Pil cresce per il secondo anno di fila, gli ottimisti sul proprio tenore di vita sono più numerosi dei pessimisti, aumenta il numero di coloro che riescono a risparmiare, lentamente si rimargina l’emorragia di consumi, e anche l’immobiliare appare in ripresa: dunque, mediamente, gli italiani stanno meglio di 2-3 anni fa.
Dall’altra parte questa ripresa è stata contenuta rispetto alle attese di molti e non ha riguardato tutti: più di un quarto delle famiglie soffre in maniera diretta o indiretta della crisi, la cui fine appare a tutti ancora piuttosto lontana. Inoltre la situazione dell’Ue sembra generare diversi timori per il futuro del Paese. Per il quarto anno consecutivo cresce (di 3 punti percentuali) la quota di italiani che affermano di essere riusciti effettivamente a risparmiare negli ultimi dodici mesi: passano dal 37% del 2015 al 40% attuale, il dato più alto dal 2003, superando di gran lunga coloro che consumano tutto il reddito (il 34%, erano il 41% nel 2015). Al contempo, però, tornano ad aumentare le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 22% del 2015 al 25% attuale, perché cresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 19% attuale) e rimane costante al 6% chi ricorre a prestiti.

Come nei confronti del risparmio, anche riguardo ai consumi si registra un atteggiamento un po’ più rilassato rispetto al passato, soprattutto presso le classi medie e più abbienti, che ricominciano a spendere anche in quei comparti tralasciati negli ultimi anni, come le spese per la cura e la bellezza della persona. Tutti i diversi settori merceologici, inoltre, mostrano, indistintamente, una riduzione della negatività. Il trend del tenore di vita – sia pur lievemente – migliora per il terzo anno di fila: crescono coloro che migliorano la propria situazione anno dopo anno e sono il 6% (erano il 5% nel 2015, il 4% nel 2014, il 2% nel 2013). Un terzo degli italiani (32%, come nel 2015) dice di aver mantenuto con facilità il proprio tenore di vita. Si riducono coloro che dichiarano di avere sperimentato qualche difficoltà nel mantenerlo (sono il 44%, il 45% nel 2015). Sono stabili le famiglie che al riguardo segnalano difficoltà serie (sono il 18% come nel 2015, erano il 23% nel 2014).

Ma che cosa significa risparmiare per gli italiani? Quest’anno l’abbiamo chiesto specificatamente. Per il 63% risparmio significa attenzione alle spese superflue ed evitare gli sprechi; solo per il 10% vuol dire guadagnare più di ciò che si riesce a spendere. Quindi, per la maggioranza, l’attuale cultura del risparmio ha tratti molto moderni, richiamando la responsabilità sociale del consumatore e la sostenibilità delle sue scelte di consumo nel lungo periodo. Esso rappresenta un ponte verso il futuro, sia perché riduce i rischi per la famiglia, e nel contempo la educa a un consumo responsabile, sia perché offre la possibilità di destinare risorse economiche alle attività produttive. All’idea del risparmio l’italiano associa innanzitutto quella di tranquillità (45%), una tranquillità che nasce dal saggio sacrificio (43%) dell’oggi per un futuro maggiormente tutelato (35%). Il risparmio è, infatti, ritenuto utile per le famiglie ai fini di: garantire la sicurezza economica nella fase di ritiro dall’attività lavorativa (44% fondamentale, 33% importante); per la programmazione del futuro (42% fondamentale, 36% importante); per un’educazione al consumo responsabile (39% fondamentale; 38% importante).

Per saperne di più:
Indagine Acri-Ipsos “Gli italiani e il risparmio”
Nota informativa

 

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