La sfida della Tecnocity

15Su uno dei tanti cimiteri industriali di Legnano, dove posava il fossile della fonderia acciaio della Franco Tosi, dalla fine degli anni Novanta è tornata a brulicare la vita produttiva; e oggi vi lavorano oltre trecento persone. La Tecnocity è la risposta data da Legnano e territorio (sono oltre 20 i comuni interessati) alla deindustrializzazione che ha disseminato di cadaveri (le aree dismesse) l’Altomilanese, un progetto datato 1995, quando si costituì il Comitato per la Reindustrializzazione, da cui sarebbero germinate l’anno successivo Euroimpresa ed Euroimmobiliare, le società a maggioranza pubblica incaricate rispettivamente di creare le condizioni per lo sviluppo di iniziative imprenditoriali e di realizzare aree e fabbricati da porre al servizio delle attività produttive. Da un nucleo detto incubatore, dove hanno trovato spazio le piccole imprese che dovevano farsi le ossa, e dai centri di eccellenza, enti o società di studio, ricerca e certificazione, è cominciata l’avventura della Tecnocity. Negli anni sono cresciuti edifici che ospitano aziende, affittuari o acqui- renti degli spazi adibiti a uffici o labo- ratori; sono aumentati i servizi resi alle imprese dal Business innovation centre (Bic), il centro ideato dalla Comunità europea per creare impre- se nuove e innovative. Le aziende sono aiutate con spazi attrezzati e strutture (la nostra Bcc ha recentemente contribuito con un mutuo da 500mila euro alla realizza- zione prossima della mensa); consu- lenza per le agevolazioni finanziarie, amministrative, gestionali, fiscali, legali; assistenza nella preparazione del business plan; marketing e ricer- che di mercato. Euroimpresa si dedica inoltre a repe- rire e diffondere informazioni sulle opportunità di sovvenzioni e prestiti agevolati a livello regionale, nazionale e comunitario. La sua azione si è estesa alle proble- matiche dell’imprenditoria femminile e giovanile sempre con un occhio di riguardo all’innovazione nell’impresa, all’alto contenuto tecnologico dell’atti- vità, alla scommessa in un’in- dustria radicalmente diversa da quella che nel ‘900 marcò la peculiarità di questa zona, ma comunque trascinante per il suo territorio.

 

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