Mai come in questo periodo storico, regole e finanza sono diventate un’unica realtà. L’evoluzione dei mercati finanziari ha diffuso presso il pubblico l’interesse per strumenti d’investimento sempre più sofisticati e, al contempo, rischiosi. Le recenti, e tristemente conosciute, vicissitudini che hanno colpito i risparmi degli italiani hanno aperto aspre polemiche e un vasto dibattito sulla difesa del risparmio che, a livello parlamentare, si trascina ormai da otto mesi. Sicuramente, la prima azione da intraprendere a tutela del risparmio è quella di rafforzare l’applicazione delle regole e dei principi già esistenti: si deve lavorare per trovare delle risposte adeguate in difesa del risparmio, ma, più in generale, dei risparmiatori; ma è altrettanto vero che la vigente normativa contiene già regole che permettono, se pienamente rispettate, il controllo e la difesa degli investimenti. In seguito, è necessario garantire la formazione del personale a diretto contatto con il pubblico e promuovere fra gli investitori una cultura del risparmio più solida e matura. Per le Banche di Credito Cooperativo la correttezza del comportamento nelle relazioni commerciali con la clientela deve rappresentare non solo un fattore oggettivo legato alla professionalità degli operatori, ma anche un dovere etico dettato dallo spirito fondatore delle realtà del Credito Cooperativo in modo da mantenere alto il livello di fiducia dei Soci, della clientela, dell’intera comunità locale di riferimento. Aspetti legati fortemente e indissolubilmente all’identità di una banca locale cooperativa. Proprio in virtù di queste peculiarità, il movimento del Credito Cooperativo – per primo in Italia – ha attivato un ulteriore strumento a tutela della clientela: il “Fondo di garanzia dei portatori di titoli obbligazionari emessi da banche di Credito Cooperativo”, cui la nostra Bcc ha aderito con voti unanimi nella seduta del Consiglio di Amministrazione dello scorso 26 giugno. Il Fondo di garanzia si affianca a quello già esistente e operante che conosciamo come “Fondo garanzia dei depositanti”, distinto e di natura obbligatoria per le realtà come la nostra e rivolto esclusivamente alla clientela delle Banche di Credito Cooperativo.
di Gianni Macchi
“Finalmente”: un avverbio per ripartire
Inizio l’editoriale di questo numero estivo puntando l’attenzione nei confronti di un avverbio: finalmente. Già, finalmente! Sabato 3 luglio, in occasione della festa organizzata dal Progetto Soci della nostra Bcc, ho potuto, dopo quasi due anni, dire quell’avverbio senza trovarmi in difficoltà. Ho guardato le 1.500 sedie grigie posizionate sul campo sportivo di Busto Garolfo, lentamente, venire occupate da giovani e meno giovani, tutti Soci del nostro Credito Cooperativo. Ho guardato con occhio soddisfatto un evento che si faceva familiare con la nostra compagine sociale; ho notato attaccamento e comunione con la Banca. Avevo un groppo in gola e avevo intenzione — come è giusto che si faccia tra persone coscienziose e familiari — di esternare in questo editoriale un po’ di rammarico per la poca attenzione che i nostri Soci dimostrano nei confronti delle iniziative a loro rivolte e organizzate dal Progetto Soci e dal Circolo culturale ricreativo (Ccr). Volevo, come si suol dire, “tirare le orecchie” alla nostra compagine sociale che si stava distaccando troppo dalle iniziative collaterali della Banca e che pareva apatica nei confronti di quanto avviene al di fuori delle mura del Credito Cooperativo. E invece… Invece è bastata una calda serata d’estate, con la compagnia giusta e lo spirito necessario e la risposta è stata molto positiva. Certo, in qualità di Presidente del Progetto Soci, se mi sedessi sugli allori dopo una serata andata bene e non pensassi che c’è ancora molto da fare per invogliare sempre più Soci a partecipare alle iniziative, peccherei di superbia e farei un grave errore. Due cose sono emerse dalla serata del 3 luglio: la prima è che la nostra compagine sociale è una realtà solida, vitale e dinamica; la seconda — e lo spettacolo della compagnia teatrale Felice Musazzi lo dimostra — è che forse è ancora troppo attaccata al divertimento assodato, quello sicuro, quello fatto di certezze. Nessun biasimo, per carità; ma a volte, tra le tante iniziative e proposte che sono a disposizione dei Soci, forse sarebbe il caso di assaggiarne anche qualche altra. Perché, come si dice, l’appetito vien mangiando… E non è detto che quanto vi offriamo non soddisfi anche i palati più difficili.
di Alberto Morandi