Federcasse: “Partecipo, quindi sono” Nell’era dell’IA serve più identità reale

Nell’annuale assemblea sono stati celebrati i 115 anni della Federazione Italiana delle Bcc, che si è costituita a Brescia nel 1909. «Il metodo della partecipazione di prossimità ha consentito il raggiungimento di risultati sorprendenti nel credito. Il “partecipare” ha una forte valenza anche in economia», ha detto il presidente Augusto Dell’Erba

«In Italia sette bicchieri di latte su dieci provengono da latterie cooperative; sei bicchieri di vino su dieci escono da cantine cooperative. Ventitré euro su cento prestati dalle banche italiane alle imprese fino a venti dipendenti sono erogati dalle Bcc. Uno sportello bancario su cinque appartiene ad una Bcc (era uno su dieci venti anni fa): è la rete più numerosa e capillare del Paese, con il 31% degli sportelli collocato nelle aree interne e unica presenza in 740 Comuni. Più di 1,4 milioni sono le socie e i soci delle nostre banche mutualistiche, circa il 3% della popolazione italiana con oltre 18 anni. Oltre 517mila le imprese e quasi un milione le famiglie affidate; più di 138 miliardi di euro gli impieghi a clientela, oltre 195 miliardi i depositi».
Il presidente nazionale di Federcasse, Augusto Dell’Erba, ha inquadrato così la forza della cooperazione in Italia nella sua relazione di apertura all’assemblea di Federcasse, chiarendo che «il sistema della mutualità bancaria italiana è tra i più solidi nel nostro Paese e in Europa, grazie al supporto prezioso delle capogruppo dei gruppi bancari cooperativi Bcc Iccrea e Cassa Centrale e del Raiffeisen Südtirol IPS e al quotidiano lavoro delle banche di comunità, il cui ruolo è cruciale per la tenuta dei territori e che danno un importantissimo contributo all’esercizio della democrazia sostanziale e partecipativa.

La presenza delle Bcc è associata ad un incremento, talvolta significativo, di reddito, di occupazione e di numero di imprese nei comuni di insediamento. La prossimità e la conoscenza del territorio consentono alle PMI un maggiore accesso al credito, soprattutto nelle fasi di crisi e incertezza. Questo effetto si conferma nonostante il crescente utilizzo di servizi bancari digitali da parte della clientela. Le Bcc hanno messo a disposizione, oltre al credito, la competenza e la capacità di accompagnare le scelte strategiche delle imprese nei processi di internazionalizzazione e di innovazione, anche nel Mezzogiorno».
Un’assemblea, quella che si è tenuta il 18 luglio all’auditorium della Tecnica di Roma, che ha avuto per tema “Partecipo, quindi sono. Identità reale nell’era dell’intelligenza artificiale”. «Il “partecipare” -ha ricordato Augusto Dell’Erba- ha una forte valenza anche in economia. Nel credito, il metodo della partecipazione di prossimità, elemento costitutivo dell’esercizio dell’impresa nella forma cooperativa, ha consentito il raggiungimento di risultati sorprendenti. Ed è proprio nella sua capacità di suscitare partecipazione la porzione non irrilevante del successo del Credito Cooperativo: all’interno, nelle compagini sociali, tra gli amministratori e amministratrici, nel proprio personale; all’esterno, nelle comunità, tra i diversi portatori di interesse. Perché “la democrazia ha bisogno di prossimità. Oggi, e in molti modi, il Credito Cooperativo in Italia consente di dire: “Partecipo, dunque sono”. Le Bcc hanno una propria importante intelligenza mutualistica, che molto deriva dalla loro capacità di relazione. Il futuro per le Bcc continuerà ad essere nel senso di questa “intelligenza” delle relazioni».

«Nulla di più vero -commenta il nostro presidente, Roberto Scazzosi-, perché le imprese cooperative e la mutualità bancaria sono, allo stesso tempo, espressione di democrazia economica e finanziaria e presidio di libertà e di partecipazione attraverso il fare impresa. Come accaduto in tutta Italia, anche la nostra Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha, negli anni, accresciuto il proprio ruolo, generando esternalità positive per clienti e territori. Ancor di più da quando abbiamo aderito e siamo diventati parte del gruppo bancario cooperativo Iccrea: oggi, mantenendo fede ai principi che hanno ispirato i nostri padri fondatori, esercitiamo con efficacia e convinzione quella “funzione sociale” che l’articolo 45 della nostra Costituzione riconosce alle cooperative mutualistiche, fondando il nostro lavoro sulla profonda conoscenza del territorio e sulle relazioni banca-socio-cliente».
L’assise di Roma ha visto la presenza di diversi ospiti del mondo politico e del settore bancario, tra cui il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, il presidente del Cnel, Renato Brunetta, l’onorevole Marco Osnato, presidente della commissione Finanze e il sottosegretario all’Economia, Lucia Albano.
«Sono convinto -ha detto il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani- che il nostro Paese non possa fare a meno delle banche di credito cooperativo. La grande banca lavora sui grandi numeri e a livello telematico. La Bcc invece ha mantenuto alto il valore della relazione personale che permette, ad esempio, anche al piccolo imprenditore di essere competitivo». Sul tema legato all’intelligenza artificiale, Tajani ha sottolineato come «il nodo sia governarla all’insegna dei principi, secondo una visione antropocentrica. è un impegno grande del sistema Paese che deve vedere coinvolte anche le banche, facendo particolare attenzione al tema della sicurezza cibernetica».
L’Assemblea è stata anche l’occasione per celebrare il 115° anniversario della nascita, a Brescia (1909), della Federazione Italiana delle Casse Rurali, attraverso la proiezione di un video che ripercorre le tappe fondamentali della sua storia. Dalla necessità di dotare la rete di una banca di secondo livello, che divenne realtà solo negli anni ’60 del Novecento, alla scelta di puntare sull’auto-regolamentazione e l’auto-organizzazione, dalle quali sarebbero nati una serie di “beni comuni”.

È stato inoltre ricordato, sempre attraverso un video, l’impegno del Credito Cooperativo per la ricostruzione di Palazzo Margherita a L’Aquila, devastato dal terremoto del 2009. E sul palco, insieme al direttore generale, Sergio Gatti, c’era il vicesindaco dell’Aquila, Raffaele Daniele, che ha detto: «Palazzo Margherita è il cuore dell’amministrazione comunale, grazie al Credito Cooperativo risplende di nuovo. Grazie alle Bcc per il loro sostegno».
Infine il tema dell’intelligenza artificiale e delle sfide future, che è stato affrontato sin da subito nella “Lectio Cooperativa” che, come ormai tradizione, ha aperto i lavori dell’assemblea. Il titolo della “Lectio” di quest’anno è stato «Le intelligenze umane e artificiali. Sentieri originali per la mutualità bancaria» e la prolusione è stata affidata a padre Paolo Benanti, presidente della Commissione sull’intelligenza artificiale per l’informazione, consigliere personale di Papa Francesco e unico italiano membro del Comitato governativo sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite. «L’intelligenza artificiale, come ogni innovazione, può essere pericolosa, ma può essere anche qualcosa di meglio per le nostre attività. Anche quando, per la prima volta in una caverna abbiamo preso in mano una clava, poteva essere un utensile per aprire più noci di cocco o un’arma per aprire più crani. Senza la parte umana difficilmente lo strumento potrà realizzare delle cose -ha detto padre Benanti-. Ogni artefatto tecnologico è una forma di ordine, ossia dispositivo di un potere. L’IA, essendo un’evoluzione di un progresso tecnologico millenario, ha acuito il rischio di affidare dispositivi di potere in mano a pochi in grado di filtrare le informazioni che possono condizionare le nostre azioni. La democrazia divenuta computazionale sfrutta le potenzialità delle tecnologie informatiche per rendere più efficace e inclusiva la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Il cambio d’epoca che stiamo attraversando è prodotto dalla tecnologia digitale e dal suo impatto sul nostro modo di comprendere la realtà che ci circonda. In una prospettiva di etica dobbiamo però chiederci cosa questo comporti: il computer cambia la natura delle organizzazioni, anche nel settore bancario».
«In effetti, un ruolo importante nel nostro sviluppo futuro lo giocherà l’intelligenza artificiale, che sta offrendo notevoli opportunità in tema di risparmio di tempo e risorse. Ma che va compresa e utilizzata con sapienza ed attenzione -ha conluso il presidente nazionale di Federcasse, Augusto Dell’Erba-. Tre sono le sfide che attendono le nostre banche di comunità. La prima è quella di comprendere come potenziare complessivamente la mutualità bancaria. La seconda, e connessa, è far coesistere efficacemente prossimità geografica e prossimità digitale. La terza sfida è come mettere l’Intelligenza Artificiale al servizio di chi lavora nelle Bcc, valorizzando i bagagli di conoscenze, competenze ed esperienze che “fanno” il Credito Cooperativo».

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