«Combattere la violenza di genere» è una vera priorità per la nostra Banca

Prosegue la collaborazione tra la nostra banca e il centro antiviolenza E.VA odv per sensibilizzare sul tema della violenza di genere e fornire strumenti educativi per contribuire a porre un freno a una vera e propria piaga sociale e creare una rete di aiuto concreto a favore delle vittime

«Sono ormai cinque anni che collaboriamo con il centro antiviolenza di E.VA odv. Una scelta precisa, che parte da una consapevolezza: sostenere il proprio territorio significa soprattutto sostenere quelle associazioni che fanno molto per far emergere una vera piaga sociale. E realtà come E.Va odv necessitano sicuramente di supporto e sostegno, ma anche di partner che possano diffondere il loro messaggio. La nostra collaborazione non ha solo il fine di sensibilizzare sul tema della violenza di genere, ma anche di fornire gli strumenti educativi al fine di contribuire a porre un freno a un fenomeno preoccupante. La violenza contro le donne è una piaga che deve essere combattuta con strumenti giuridici ma anche culturali: fornire gli elementi per poter riconoscere casi di violenza, permette di creare una rete di aiuto a favore delle donne, a favore delle persone». Così il nostro presidente, Roberto Scazzosi, ha spiegato il senso dell’incontro “Violenze visibili e invisibili” che si è tenuto mercoledì 29 marzo nell’auditorium don Besana. Una serata di riflessione, per parlare di come la violenza di genere sia spesso insita in situazioni subdole e diffuse, organizzata con E.VA odv, in collaborazione con il Ccr, con Bcc Insieme Mutua e con il patrocinio del Comune, e a cui hanno preso parte il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Verbania, Olimpia Bossi, e la psicoterapeuta Elena Paganini.
«La violenza domestica e di genere occupa attualmente ampio spazio all’interno del dibattito pubblico e mediatico, attraverso il quale ciascuno di noi ha potuto, nel corso degli ultimi anni, apprenderne le caratteristiche salienti, la fenomenologia più eclatante, le dinamiche prototipiche», spiega la presidente del centro antiviolenza E.VA odv, Emilia Barni. «Guidata spesso dall’enfatizzazione promossa dai mezzi di comunicazione, l’attenzione collettiva è stata però via via indotta a identificare la violenza di genere solamente con fatti di eccezionale gravità, quali il femminicidio, le aggressioni brutali, le lesioni permanenti, finendo purtroppo per ridurre un tema tanto complesso a meri fatti di cronaca giudiziaria, percepiti il più delle volte come lontani e perennemente riferibili ad “altri”. Durante questa serata è stato invece possibile riflettere insieme agli operatori del centro antiviolenza anche sulle forme implicite, più subdole e maggiormente diffuse all’origine dei fenomeni di violenza, senza dimenticare le distorsioni del linguaggio comune che, inconsapevolmente, finiscono per banalizzare o addirittura giustificare anche le forme più disfunzionali dei rapporti tra generi».

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