Come affrontare la sfida dei cambiamenti climatici? Lo sviluppo economico vincerà la partita contro la stretta necessaria a battere l’inflazione? Il debito pubblico elevato finirà per destabilizzare l’autorità degli Stati? La transizione energetica è realizzabile nei tempi stretti dettati dall’Occidente? L’inverno demografico finirà per travolgere i sistemi di welfare? Populismi e democrazie sono conciliabili? Sono alcune delle grandi questioni del nostro tempo che il Festival dell’Economia di Trento proverà ad affrontare con alcune tra le menti più brillanti del mondo economico, accademico e politico a livello nazionale ed internazionale.
Con il nuovo tema il Festival dell’Economia di Trento prosegue nel suo impegno rivolto ad analizzare le sfide dettate da uno scenario mondiale caratterizzato da elevata complessità e incertezza proponendo soluzioni e chiavi di lettura. Nel 2022, infatti, il tema “Dopo la pandemia, tra ordine e disordine” mirava ad approfondire i profondi effetti sociali, economici e politici della pandemia, mentre l’edizione 2023 intitolata “Il futuro del futuro. Le sfide di un mondo nuovo” si è impegnata a delineare l’impatto che le grandi trasformazioni tecnologiche e socio-economiche avranno sull’umanità.
“Un minuto dopo la scelta del titolo per la diciannovesima edizione del Festival dell’Economiadi Trento, abbiamo avuto la conferma che si è trattato di una decisione giusta. Quanto sta accadendo nel mondo giustifica sempre più la domanda “Quo vadis?” e il relativo sottotitolo “I dilemmi del nostro tempo”. Ciò accade per le guerre, che sono tornate ad essere strumento di soluzione dei conflitti, scaricando sui popoli centinaia di migliaia di vittime civili innocenti. Ma anche su tanti altri fronti. Talmente numerosi da mettere in crisi il partito degli ottimisti e seminare, soprattutto tra le generazioni più giovani ma non solo, inquietudini e incertezze sul futuro della terra e dell’umanità”, si legge nel manifesto.
Quale destino attende il mondo di fronte ad una crisi climatica che sconvolge il ritmo delle stagioni e provoca disastri ambientali a catena? Il debito pubblico elevato finirà per destabilizzare l’autorità degli Stati? Lo sviluppo economico vincerà la partita contro la stretta necessaria a battere l’inflazione? La transizione energetica è realizzabile nei tempi stretti dettati dall’Occidente?
Come cambieranno il lavoro e la vita personale con l’irrompere dell’intelligenza artificiale? L’inverno demografico finirà per travolgere i sistemi di welfare? Populismi e democrazie sono conciliabili? Il vuoto pneumatico seguito al crollo delle ideologie verrà colmato dall’affermarsi di nuovi valori? Le autarchie finiranno davvero per sgretolarsi? La nuova sanità che si sta delineando migliorerà davvero la qualità della vita? Di sicuro l’umanità deve fare i conti con domande incalzanti, per l’appunto i dilemmi della nostra vita”.