Il canottaggio come parte della terapia oncologica all’Ats Sette Laghi

Ats Sette Laghi canottaggio
(foto concessa dall'ufficio stampa)
L’obiettivo principale è l’attivazione di corsi di canottaggio come terapia integrata, che accolgono medici, volontari, persone con pregresse patologie (oncologiche e non solo) e semplici appassionati over 65

ASST Sette Laghi, Associazione CAOS, Varese per l’Oncologia, Canottieri Gavirate e Canottieri Luino hanno sottoscritto una convenzione per la realizzazione del Progetto “Sport Terapia Integrata”, frutto di un accordo tra Sport e Salute S.p.A., Federsanità e Federazione Italiana Canottaggio (FIC).

Il Progetto ha valenza nazionale interessando le strutture ospedaliere presenti sul territorio e le Organizzazioni di Volontariato, e vuole coinvolgere il maggior numero di società remiere affiliate alla FIC in un lavoro sinergico tra FIC, Federsanità e ANCI.

L’obiettivo principale è l’attivazione di corsi di canottaggio come terapia integrata, che accolgono medici, volontari, persone con pregresse patologie (oncologiche e non solo) e semplici appassionati over 65, ma anche promuovere una nuova visione del canottaggio inteso non solo come attività sportiva, ma anche come disciplina volta alla promozione del benessere e della prevenzione delle malattie e come volano per favorire l’inclusione e l’integrazione sociale. I corsi, infatti, sono strutturati secondo una modalità formativa adatta a tutti e con il solo fine di aumentare il benessere e la generale qualità di vita dei partecipanti.

In ambito medico-sanitario il canottaggio è riconosciuto come attività motoria completa, che mobilita oltre l’85% dei muscoli distribuiti in tutto il corpo, e con riconosciuti benefici fisico-motori, oltre che psicologici, generati dal contatto con la natura e che rappresentano la soluzione ideale per uno stile di vita corretto, in un giusto equilibrio tra mente e corpo. Grazie al lavoro aerobico e alla ciclicità ripetuta del gesto tecnico, morbido e non traumatico, il canottaggio rappresenta uno degli sport ideali in un’ottica di prevenzione e benessere unitamente al recupero funzionale. Infatti fornisce un’alternanza perfetta per chi ha dolori articolari e per chi soffre di osteoporosi.  Risultati apprezzabili sono stati altresì conseguiti nel trattamento del linfedema e nel  normale processo di invecchiamento della persona, portando contributi di valore anche a livello psicologico e psicosociale.

Sottolineo l’importanza del percorso diagnostico terapeutico assistenziale e riabilitativo della Breast Unit – spiega la Prof.ssa Francesca Rovera, Responsabile SSD Breast Unit ASST Sette Laghi – nella profonda consapevolezza che la presa in carico della persona, e non della malattia, faccia la differenza all’interno di quel concetto di cura multidisciplinare che coniuga scienza, etica ed umanizzazione. Questo progetto ne è l’esempio concreto. Pertanto non posso che complimentarmi con tutti gli stakeholder e rinnovare piena disponibilità“.

In sintesi, questo progetto – confermano Carlo Lucchina ed  Adele Patrini rispettivamente Presidente di Varese per l’Oncologia e dell’Associazione CAOS – contiene una peculiarità di grande valore, la sinergica collaborazioni tra Ospedale, Terzo Settore e realtà del territorio, un autentico sistema per promuovere salute. Confermiamo pertanto piena soddisfazione nell’aver sostenuto il progetto, e ribadiamo l’eventuale possibilità di dare continuità a questa risorsa, preziosa in ambito oncologico”.
 
“Questa convenzione è un ottimo esempio di declinazione pratica del concetto astratto di integrazione sociosanitaria – commenta il Direttore Sociosanitario di ASST Sette Laghi, Giuseppe Calicchio – Ancora una volta è il Terzo Settore a farsi promotore dell’iniziativa, a tutto beneficio dei nostri pazienti. Ovviamente, non possiamo che essere favorevoli ad un prosieguo del progetto e ringraziare tutti i partner coinvolti”.

La nostra realtà sportiva – aggiunge la Canottieri Gavirate – è orgogliosa di essere tra le prime in Italia ad aver attivato una convenzione con un’Azienda Sanitaria. Questo soprattutto perché iniziamo a cambiare la visione del mondo dello sport, in particolare il canottaggio, come linfa vitale nel raggiungimento del benessere psicofisico della persona, unitamente al percorso terapeutico. Questa sinergia di collaborazione ci ha permesso di iniziare a gettare le basi per nuovi traguardi, come l’evento organizzato in Canottieri all’interno del mese rosa, nel quale abbiamo potuto accogliere 45 donne, di età compresa tra i 20 e i 65 anni, e donare loro, oltre che il nostro sorriso e il nostro lago, la professionalità di un eccellente team di medici specializzati dell’ASST Sette Laghi, grazie alla somministrazione di test di consulenza genetica, visite senologiche ed ecografie mammarie.”

Preziosa la testimonianza di Laura, paziente e donna straordinaria: “Dragon Boat in Rosa, insieme nella stessa barca per fare squadra e combattere il tumore al seno. Ho scoperto questo entusiasmante mondo l’anno scorso dopo la prognosi di carcinoma mammario. Dopo il primo momento di smarrimento alla notizia di questo intruso che voleva prendersi una parte di me, mi sono detta che dovevo tirare fuori il buono anche da questa difficile prova. Con il supporto della nostra società di canoa presente a Sesto Calende, la CSCK (Circolo Sestese Canoa Kayak), abbiamo dato il via ad un fantastico percorso fatto di natura, sport, divertimento e soprattutto sostegno. Con la collaborazione dei tecnici federali, allenatori, fisioterapisti, personale medico e associazioni di volontariato stiamo portando avanti un percorso di solidarietà e aiuto a tutte quelle donne (e uomini) che ad un certo punto si trovano alla deriva, in mezzo ad un mare in tempesta”.

L’obiettivo primario di questa iniziativa è aiutare le donne nel ritrovare la gioia di vivere, andando oltre la semplice sopravvivenza durante la battaglia contro il tumore al seno. Affrontare e vincere la malattia richiede un approccio positivo, evitando di nascondersi o isolarsi. La condivisione di esperienze con altre donne che stanno attraversando un percorso simile si rivela essenziale per maturare e affrontare in modo più efficace il percorso riabilitativo. Le squadre di Donne in Rosa costituiscono luoghi di confronto, socializzazione e scambio di consigli ma anche tanto divertimento e solidarietà.

Inoltre, è fondamentale interrompere la catena di pensieri dominata dalla paura del cancro, la malattia si sconfigge con l’aiuto dei medici e con l’approccio mentale e fisico. “Noi pazienti dobbiamo aiutarci a non avere paura, sconfiggere il drago dipende anche da noi” chiosa Laura.

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