Le Bcc possono favorire il cambiamento green con un processo che parte dai territori, professor Gael Giraud

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I cambiamenti epocali ricordati da Giraud hanno bisogno di un adeguato supporto finanziario

Le banche cooperative di comunità che non sono condizionate dai grandi potentati finanziari (detentori di miliardi di asset fossili) e possono favorire sui territori quel processo che nasce dal basso e che deve arrivare fino ai più alti centri decisionali. Lo ha spiegato bene il professor Gael Giraud, economista, matematico, teologo francese nel corso della “Lectio Cooperativa”organizzata  a Roma (Università “LUMSA”) da Federcasse sul tema “Dall’homo oeconomicus all’homo felix – Una nuova spiritualità, una finanza per lo sviluppo integrale”

“Le banche cooperative – ha detto Giraud – possono giocare un ruolo importante e alternativo nel finanziare la transizione ecologica, in controtendenza rispetto al resto del sistema bancario: si pensi ad esempio alla sfida delle comunità energetiche promosse nei territori.

I cambiamenti epocali ricordati da Giraud hanno bisogno di un adeguato supporto finanziario.

Le banche – quelle di grandissima dimensione e transnazionali – sono soggetti economici che nulla fanno per ridurre le emissioni derivanti da energie fossili, ha detto Giraud. Come dimostrato in un rapporto da lui pubblicato nel 2022, le 11 maggiori banche della zona euro hanno derivati fossili per 530 miliardi di euro, il 95% della capitalizzazione delle stesse banche. Questo ha una conseguenza molto concreta: se la politica decidesse di scegliere la strada della transizione ecologica, ovvero il rifiuto delle energie fossili, queste banche fallirebbero”.

“Fare banca” – ha sottolineato invece il Direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti – per il Credito Cooperativo rappresenta lo strumento per raggiungere coesione sociale, e uno sviluppo responsabile e sostenibile. E lo fa attraverso “la formazione e l’informazione, il finanziamento della transizione energetica, la diffusione di buone pratiche che vanno valorizzate e portando avanti la sfida delle comunità energetiche”. “Questo significa anche – ha concluso Gatti – favorire quel processo democraticoindispensabile ad innescare il percorso di un non più rinviabile cambiamento”.

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