Quasi quattro Comuni italiani su dieci; il 38% per essere proprio precisi sono senza sportello bancario. In numeri assoluti, 3.002 Comuni su un totale di 7.904 (dati Fabi) non hanno nemmeno uno sportello bancario. Vistose le differenze su base geografica: se al nord la desertificazione bancaria interessa il 6% della popolazione, al centro il fenomeno risulta più circoscritto (3,2%), mentre al sud e nelle isole la questione è decisamente più marcata, visto che i cittadini ‘senza banca’ rappresentano il 10,7% dei residenti. In meno di dieci anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli: le agenzie erano 32.881 a fine 2012, per poi calare a 23.480 nel 2020 e ancora a 21.650 a fine 2021. «La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
“Le BCC, in totale controtendenza, certamente non chiuderanno sportelli ma sicuramente ne apriranno altri. Mentre gli altri tendono fortemente a privilegiare il canale industriale a forte impronta digitale, le BCC continuano a preferire lo sportello fisico, il dialogo con il cliente, la capacità di ascolto. Il cliente per noi non è un robot ma una persona con i suoi dubbi e le sue certezze. Tra l’altro la pandemia ha acuito le difficoltà delle piccole e micro imprese”, spiegano da Bcc Acquara.
Il Gruppo BCC Iccrea è costituito oggi da 122 Banche di Credito Cooperativo (dato al 09/05/2022), presenti in oltre 1.700 comuni italiani con quasi 2.473 sportelli (dato al 31/03/2022), e da altre società bancarie, finanziarie e strumentali controllate dalla capogruppo, BCC Banca Iccrea. Non a caso oggi le BCC sono le uniche presenze bancarie i 698 Comuni italiani.
Banca d’Italia, nell’ultima relazione sugli esposti dei clienti relativa al 2020, ha segnalato l’aumento delle lamentele per la chiusura degli sportelli: «Sono emerse difficoltà nell’accesso ai servizi bancari e finanziari, in particolare da parte delle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani e le persone con disabilità».
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni “con meno presenza sul territorio le banche potranno svolgere sempre meno quel ruolo sociale, a fianco di famiglie e imprese, che è determinante per lo sviluppo e la crescita economica”.
I dati Abi lab mostrano un incremento esponenziale dell’uso del canale digitale: +36% del volume delle operazioni bancarie sul cellulare, +80% dei bonifici istantanei, tanto per fare qualche numero, mentre ogni banca fornisce in media tre App per collegarsi ai propri servizi.
“La Relazione della Banca d’Italia coglie nel segno – dice il delegato Finanza locale Anci (l’associazione dei Comuni italiani) e sindaco di Novara Alessandro Canelli – descrive un disagio dei cittadini che noi sindaci avvertiamo da tempo”. Anche perché oltre ai piccoli Comuni e alle aree montane, a volte riguarda “anche le città, in particolare le aree periferiche. Come sindaci abbiamo il dovere di garantire che quei servizi finanziari di prossimità continuino ad essere garantiti, ad esempio in favore delle piccole imprese e dell’artigianato locale e di quartiere, ma soprattutto della popolazione più anziana, per la quale non è pensabile una ‘alfabetizzazione’ digitale». Anche per evitare che si creino «nuove diseguaglianze e svantaggi”, conclude Canelli.