Gli sversamenti di petrolio in mare richiedono sforzi non indifferenti per il risanamento ambientale. La maggior parte delle perdite si concentra sulla superficie delle acque, dove l’olio può essere bruciato o raccolto tramite maglie, saponi o materiali assorbenti d’ultima generazione. Più difficile invece è ripulire ciò che inevitabilmente finisce sotto la superficie e ancora di più è farlo con una soluzione che sia riutilizzabile e durevole nel tempo.
Dopo il disastro della Deepwater Horizon nel 2010, dove quasi cinque milioni di barili di petrolio si sono dispersi nel Golfo del Messico, scienziati e industria hanno intensificato il lavoro sulle nuove tecnologie di decontaminazione. Ma produrre un sistema efficace ed efficiente lungo tutta la colonna d’acqua rimane ancora una sfida aperta. La stessa che hanno voluto accettare all’Argonne National Laboratory. Qui un gruppo di ricercatori sta lavorando su Oleo Sponge, una speciale spugna per la raccolta degli idrocarburi dotata di mille vite.
Fra i numerosi studi in corso ve ne uno portato avanti dall’Argonne National Laboratory, uno dei più importanti centri di ricerca nazionali degli Stati Uniti, che sta dando dei risultati molto incoraggianti. La soluzione al vaglio degli scienziati si chiama Oleo Sponge ed è una speciale spugna per la raccolta degli idrocarburi che, a detta degli inventori, è dotata di mille vite.
Nei test di laboratorio, Oleo Sponge si è dimostrata in grado di raccogliere con successo gasolio e petrolio greggio sia da sotto che dalla superficie dell’acqua. “Il materiale – ha aggiunto Darling – è estremamente robusto. Abbiamo eseguito decine di centinaia di prove, strizzandolo ogni volta, e dobbiamo ancora vederlo rompersi”.
Oleo Sponge è una spugna composta di una comune schiuma di poliuretano, materiale ampiamente utilizzato in vari settori proprio per le note proprietà assorbenti. Questo però non bastava, perché era necessario trovare un modo per attrarre gli idrocarburi in modo selettivo. I ricercatori hanno quindi optato per una superficie chimica ad hoc. La spugna è stata ricoperta da un sottile strato di ossido di metallo che funzione come una sorta di collante, in grado di attirare le molecole oleose, separandole dall’acqua, che vengono poi immagazzinate nella cellulosa.