Nel Varesotto ci sono nove comuni amici delle rondini

Gallarate, Ranco, Jerago con Orago, Castelveccana, Mercallo, Masciago Primo, Inarzo, Travedona Monate e Cittiglio hanno adottato la "delibera salva rondini" suggerita dalla LIPU

Sono nove le amministrazioni comunali della provincia di Varese, e molte altre in questi giorni si stanno muovendo in questo senso, che hanno risposto positivamente alla lettera d’invito della Lipu ad adottare la “Delibera salva-rondini”: provvedimento che tutela rondini, rondoni e balestrucci, specie protette in Italia, vietando la distruzione dei nidi nei periodi di cova.

Gallarate, Ranco, Jerago con Orago, Gallarate, Castelveccana, Mercallo, Masciago Primo, Inarzo, Travedona Monate e Cittiglio hanno dato questo segno di sensibilità ambientale, unendosi così a decine di altri comuni in tutta Italia uniti per tutelare i volatili.

Da millenni la rondine ha legato la propria esistenza a quella dell’uomo diventando parte inseparabile del paesaggio, della cultura umana e un emblema della migrazione, uno dei fenomeni naturali più affascinanti.
Le rondini come è noto passano da noi il periodo riproduttivo in estate e poi ci lasciano per svernare in Africa attraversando le distese del Mediterraneo e del Sahara per compiere il loro lungo viaggio annuale di migliaia di km che le porta dall’Europa all’Africa equatoriale. Come molti uccelli legati al paesaggio agricolo tradizionale, la Rondine ha risentito fortemente delle trasformazioni ambientali seguite alla diffusione della moderna agricoltura intensiva. In tutta Europa la rondine ha visto le sue popolazioni ridursi del 40% tra il 1970 ed il 2000.
BirdLife International, il più grande network di associazioni ambientaliste mondiale, classifica la rondine come “SPEC (SPecies of European Concern) 3”, categoria che identifica quelle specie non endemiche dell’Europa ma che nel nostro continente soffrono di un trend negativo. Secondo studi delle Università Statale e Bicocca di Milano nella sola Italia dal 1999 si è registrato un calo del 4,7% annuo.

Il Lago di Varese e la Palude Brabbia, dichiarati dall’Unione Europea “ZPS” (Zona di Protezione Speciale) ai sensi della Direttiva “Uccelli” 79/409 (aggiornata con la 2009/147) in virtù dell’importanza che rivestono per numerose specie dell’avifauna continentale, hanno rappresentato per secoli un importante sito di nidificazione della rondine. I loro canneti fino a pochi anni fa erano in grado di ospitare durante il periodo migratorio fino a 7.000 rondini ogni notte, che qui si ritrovavano per recuperare le forze spese nel corso del viaggio.
Le cause del declino della rondine in Europa sono molteplici: l’intensificazione dell’agricoltura ha eliminato buona parte delle siepi, dei fossi e dei prati che fornivano alle rondini i terreni di caccia preferiti; l’uso di pesticidi elimina gli insetti di cui si nutrono (compreso il famigerato DDT ormai da anni vietato in occidente) colpendo le rondini anche nei quartieri di svernamento in Africa; la desertificazione delle aree di svernamento africane, specie la fascia saheliana, compromette gravemente le possibilità di sopravvivenza alla migrazione; o la ristrutturazione degli edifici, rurali e non, le priva di luoghi adatti alla nidificazione.

La delibera “salva-rondini” suggerita dalla LIPU è già stata adottata da decine di Comuni italiani. Si tratta di un provvedimento che fa divieto a chiunque di distruggere, rimuovere o danneggiare i nidi sia di Rondine, che di Balestruccio e di Rondone, specie affini dal punto di vista trofico e parimenti soggette a distruzione dei nidi; promuove il rispetto dei nidi delle specie sopra indicate provvedendo, dove possibile, alla loro tutela e protezione; regolamenta le ristrutturazioni di fabbricati dove sono presenti i nidi esclusivamente al di fuori del periodo di nidificazione e previa autorizzazione degli Assessorati competenti e a fronte della compensazione obbligatoria con nidi artificiali; o preveda un sistema sanzionatorio di infrazioni in questo senso in raccordo con i regolamenti locali di polizia urbana.

 

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