Un aiuto nella lotta alle morti bianche

Con il nuovo macchinario il reparto di neonatologia dell’ospedale di Varese è ora in grado di diagnosticare il cosiddetto «reflusso esofageo» che nei bambini nati prematuramente è una delle cause della morte in culla

L’Ospedale del Ponte di Varese ha fatto un grande passo avanti nella prevenzione della morte in culla. Al reparto di neonatologia è arrivato un macchinario salva vita per misurare “l’impedenzometria esofagea”, ovvero il reflusso gastro-esofageo che, soprattutto nei nati prematuri, può portare alla morte in culla. L´acquisizione dello strumento, del valore di oltre 20mila euro, è stata possibile grazie al contributo della nostra Bcc. «Abbiamo stanziato un finanziamento di 21.600 euro per l’acquisto di una macchina che permetterà al reparto di neonatologia dell’Ospedale del Ponte di Varese di essere all’avanguardia nelle cure prestate ai bambini -ha detto Lidio Clementi, il presidente della nostra Bcc, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo macchinario-. Siamo contenti di avere fatto questo investimento. L’Ospedale del Ponte di Varese è punto di riferimento per l’intero territorio e quindi del nuovo macchinario non beneficeranno solo i bambini di Varese, ma quelli dell’intero territorio. Questo è il nostro modo di fare banca, così si ripartiscono gli utili fatti dalla nostra Con i soldi donati dalla nostra Bcc è stato acquistata una macchina all’avanguardia, il meglio tra quanto offre il mercato, per la misurazione e lo studio del reflusso gastro-esofageo, che si differenzia dalla più conosciuta pH-metria in quanto è in grado di evidenziare tutti i tipi di reflussi: acidi, non acidi, gassosi, liquidi e misti. «Voglio ringraziare la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per la sua sensibilità -ha detto Carlo Pampani, direttore dell’azienda ospedaliera di Varese-. In un anno l’ospedale riceve in media un’ottantina di donazioni, grazie ad iniziative come queste siamo in grado di essere sempre all’avanguardia e di dare maggiori e migliori servizi ai nostri pazienti». Lo studio del reflusso gastro-esofageo in epoca neonatale assume un’importanza di particolare rilievo per la prevenzione della morte improvvisa in culla, la cosiddetta morte bianca o SIDS. «Finora per misurare il reflusso gastro-esofageo bisognava andare a Milano -spiega Massimo Agosti, direttore dell’unità operativa di Neonatologia e terapia intensiva neonatale-. Si tratta di un disturbo importante soprattutto nei bambini prematuri. Pensiamo che un piccolo appena nato può mangiare anche sette volte al giorno, e avere problemi di reflusso può causare sintomi pesanti e nei casi più gravi la morte. La macchina donata dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate salverà molte vite». Il reflusso rappresenta infatti uno dei fattori ipotizzato, soprattutto dalla scuola francese, come scatenante aritmie cardiache, talvolta mortali, che richiedono una diagnosi e un trattamento tempestivo. Anche nelle età successive, il reflusso gastro-esofageo è in grado di indurre patologie importanti, sovente” extra intestinali”, come asma, laringite posteriore, di stress respiratorio acuto: questa tecnica diagnostica potrà quindi essere utilmente impiegata in pazienti di tutte le età. «Questo è il modo di agire del credito cooperativo, questi sono i valori che ci sostengono -ha detto Ignazio Parrinello, il nostro vice presidente vicario-. Sono felice di aver potuto contribuire all’acquisto di uno strumento che può salvare vite umane». La macchina donata dalla nostra Bcc all’Ospedale Del Ponte di Varese è in grado di evidenziare tutto ciò che si verifica nell’esofago. L’esame non è doloroso e non richiede alcun tipo di sedazione. Si introduce nel naso del paziente un piccolo sondino di 2mm di diametro, che viene posizionato nell’esofago e collegato a un registratore, che è in grado di evidenziare anche i volumi minimi di reflusso. Una volta scoperta l’eventuale patologia, basterà far seguire al piccolo paziente una terapia anti-reflusso, per salvargli la vita, evitando l’insorgenza di complicanze respiratorie ed esofagee. L’utilizzo dell’impedenzometro, dotato di uno specifico software e recorder in grado di memorizzare dati per oltre 24 ore, sarà reso possibile grazie all´impegno ed alla competenza dei professionisti del Dipartimento. Questa nuova dotazione consentirà non solo di identificare e curare meglio la patologia del reflusso, ma anche di dare un fattivo contributo anche alla ricerca sulle cause della morte in culla. «È nelle azioni, come questa, che dimostriamo il nostro essere differenti -ha concluso il direttore generale, Paolo Innocenti-. Il valore del localismo che perseguiamo è strettamente congiunto ai principi peculiari del nostro operare, quali il mutualismo, la solidarietà, le azioni culturali, morali ed educative per il concreto miglioramento della qualità della vita delle persone che vivono su questo territorio».

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