Solidarietà d’impresa in rapporto al terzo settore: investire sul territorio fa stare bene la comunità

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"Da un concetto e da una pratica della solidarietà diffusa possono nascere precise iniziative", Alessandro Bitteleri

Il terzo settore inquadrandolo è sistema integrato “pilastro sociale e occupazionale del Paese” e non  “un’economia di serie B”, ha spiegato Alessandro Bitteleri, fiscalista, consigliere ITASolidale al Festival dell’Economia di Trento. “Da un concetto e da una pratica della solidarietà diffusa possono nascere precise iniziative. E qualsiasi ente di terzo settore può proporre un’iniziativa ad alto impatto sociale”.  

Se ne è parlato al terzo panel all’Itas Forum, proposto da Trento Capitale Europea del Volontariato e promosso dal Comune di Trento in collaborazione con l’organizzazione del Festival dell’Economia. Ad intervenire realtà come ITASolidale, Aiccon. E il messaggio è stato chiaro: solidarietà d’impresa non significa beneficenza. Significa stimolare la partecipazione attiva e concreta dei lavoratori alla vita della società locale, grazie anche all’incoraggiamento e al supporto aziendale.

Investire sul territorio non è benevolenza, ma è quanto di più evoluto si può fare, se si vuole far star bene la comunità. Concetto espresso anche da Paolo Venturi, direttore Aiccon, esperto di economia sociale. Venturi si è soffermato, in particolare, sul concetto di territorio che può essere inteso come costruzione sociale e sistema vivente, oppure di geografia e insieme di enti amministrativi. “A seconda del modello scelto si andranno a fare cose diverse. Il problema non è la mancanza di risorse, ma capire cosa si vuole e cosa si intende per territorio”.

 

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