«Così si fa inclusione reale, non solo a parole». Esempi concreti di vita vissuta al convegno di Cassano Magnago sostenuto dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, dal titolo “L’armonia nella Sindrome di Down: quando diventare orchestrali fa la differenza”, promosso dall’associazione +di21
Quando nasce un bambino con la sindrome di down ai genitori viene troppo spesso prospettato un percorso di vita difficile, ma è solo più difficoltoso, in realtà l’autonomia è possibile come ha dimostrato nei fatti l’associazione +di21 di Cassano Magnago, che segue una settantina di famiglie del luogo. La loro è una storia di successo per i ragazzi seguiti, un esempio. Li hanno portati all’autonomia, lavorano: alcuni lavorano, assunti, alla Decathlon, alla Elmec di Brunello, alla Vibram.
“Ogni persona è unica, e deve valorizzare i suoi talenti, è questo che vogliamo fare capire alle persone, alle famiglie, ai ragazzi”, spiega Antonella Cibin, presidente dell’associazione +di21. “Le famiglie non vengono mai lasciate da sole. Al momento ne seguiamo una settantina, con un’attività che è strutturata per fasce di età”
Si parte dalle attività per i piccoli con l’arte terapia, ma non solo, per esplorare la proprie emozioni. “Le attività vengono svolte in un appartamento grande che ci ha messo a disposizione il parroco dii Cassano Magnago. Abbiamo degli spazi grandi, tre camere e due bagni. Qui si fanno prove di autonomia abitativa per sei ragazzi per ogni weekend. I ragazzi in questo percorso ssono accompagnati dalle nostre educatrici. Arrivano, si sistemano, fanno tutto, riordinano.
Sempre qui, in questo appartamento, riusciamo a realizzare tutti i nostri progetti settimanali dove abbiamo una quarantina di ragazzi che frequentano il lunedì l’autonomia, il giovedì e il martedì la gestione del tempo libero, il venerdì è un lavoro sulle emozioni.
Dalla terza media lavoriamo sulle autonomie. L’autonomia vuol dire essere capace di usare il cellulare se ho delle difficoltà, muovermi a piedi nel territorio per andare a fare la spesa, per andare a fare una merenda in un bar con qualche amico, spostarmi con i mezzi. La patente non potranno mai averle e anche imparare ad andare in bicicletta è molto difficile per via dell’equilibrio richiesto.
Nelle scuole vanno i nostri ragazzi più grandi a raccontare le loro esperienze, presentando brani di un libro della nostra associazione nazionale e rispondendo alle domande degli studenti, raccontano il loro percorso, prima a scuola e poi al lavoro.
Per i senior, ovvero i maggiorenni, abbiamo costruito dei percorsi che li preparano alla vita autonoma. Stimoliamo la loro vita autonoma anche con delle uscite serali: vengono accompagnati, ma poi restano da soli al pub. Insomma: li aiutiamo e li sosteniamo nel percorso di crescita e di vita.
L’inserimento lavorativo è seguito direttamente da un tutor dell’associazione che fa attività formativa anche per i colleghi dei nostri ragazzi. In molti ci hanno detto che gli abbiamo cambiato la prospettiva sul mondo. Lavorano fianco a fianco con i nostri ragazzi e li supportano.
Il lockdown è stato il periodo più duro. Le relazioni sono importanti per tutti, ma per loro in particolare. Nel luglio del 2021 abbiamo fatto un campo estivo improvvisato. Ci si ritrovava all’esterno si portavano fuori i ragazzi a piedi per un gelato o altre piccole attività proprio perché fossero fuori casa. Nell’appartamento a Cassano tenevamo tutti i nostri progetti settimanali, sempre con la mascherina, e con i procedimenti di sicurezza richiesti all’epoca. Non è stato facile, però hanno potuto essere fuori casa”.