Nella visione di Confindustria Varese la provincia varesina ha tutte le carte in regola per candidarsi a trasformarsi in una wellness destination, diventando un’area in cui lo sport può rivestire, insieme alla comunicazione delle bellezze naturali ed alla valorizzazione della cultura e delle sue ricadute creative, un elemento di sviluppo economico. “Se ben comunicata e narrata la Varese dello sport può essere un volano di attrattività di giovani e, perché no, di una rinnovata imprenditorialità di settore – ha proseguito Grassi –. Ma se lo sport è uno dei temi attorno ai quali costruire la nuova immagine di una Varese accogliente in tutti gli ambiti di vita, non possiamo tralasciare di coltivare un’altra attitudine che merita di essere valorizzata: quella della cultura e dell’arte. È anche così che si attraggono i giovani e che si creano ambienti culturali in cui la creatività può essere valorizzata alimentando bacini di idee, di confronto e di fermento”.
Un disegno ambizioso di “riqualificazione non solo urbana, ma di stili di vita” quello di cui parlano gli industriali varesini. Un progetto, come sottolineato dal presidente Roberto Grassi, “che si costruisce solo insieme e che mira a valorizzare il brand di una ‘Varese in cui si fanno bene le cose’. Fare di Varese una wellness destination ampiamente intesa non sarà facile. Sarà un percorso lungo e impegnativo. Avremo bisogno dei giovani, della loro forza, della loro creatività. Ma anche del loro coraggio di sbagliare”.
Al centro dell’Assise 2023 degli industriali varesini tematiche legate all’attrattività del territorio, il calo demografico e le progettualità da portare avanti per fare di Varese una wellness destination. Come spiegato dal Presidente Roberto Grassi: “Le proiezioni demografiche al 2031, ci avvertono che la provincia progressivamente si squilibra. Con una popolazione anziana dai 65 anni in su che toccherà il 27,5% (contro il 24,5% attuale), con una popolazione attiva che potrebbe scendere al 61,5% ed una fascia di giovani attorno all’11%. Un ragazzino ogni 3 nonni circa. I territori che progrediscono sono quelli che conservano vitalità, che hanno in sé l’entusiasmo e la creatività dei giovani capaci di intraprendere sempre nuove iniziative e cambiare il mondo. Di questo abbiamo estremo bisogno anche a Varese. Solo negli ultimi 5 anni sono saliti del 18,4% i varesini iscritti all’AIRE (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), superando quota 65.000. È come se fossero emigrate le città di Gallarate e Luino messe insieme. E purtroppo non è la sola via di fuga. Su un altro fronte, quello svizzero, ‘perdiamo’ circa 32.000 persone che ogni giorno varcano il confine come frontalieri. L’equivalente della città di Saronno”.
Ancora più preoccupante nella provincia all’ombra delle Prealpi è la quota di giovani NEET, un bacino di circa 24.500 tra ragazzi e ragazze (molto più della città di Tradate) tra i 15 e i 29 anni che per diverse ragioni non risultano né occupati né inseriti in un percorso di istruzione.