“Il 74% del risparmio raccolto nelle Bcc è divenuto credito per l’economia reale”, Augusto dell’Erba

Augusto dell'Erba
Augusto dell'Erba - Assembela nazionale Federcasse 2023
"nei territori dove operano le BCC si rileva minore disuguaglianza di reddito e una maggiore crescita economica"

“Si eroga credito nei territori nei quali la fiducia ha consentito di raccogliere risparmio. Si genera un ritorno finalizzato non alla distribuzione ai singoli, ma al suo ulteriore investimento. In media, il 74% del risparmio raccolto è divenuto credito per l’economia reale”, così spiega coni numeri cosa fanno davvero le banche di credito cooperativo il Presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba.

“Non filantropia, non elemosina, non logica assistenziale, non un progetto a termine” – ha ricordato il Presidente. “Bensì un’impresa. Un’azienda – una società cooperativa – radicata su una filosofia. Quella dell’auto-aiuto”,

“La mutualità bancaria evidenzia il proprio contributo alla sostenibilità del modello di sviluppo non solo nei rapporti con i soci e la clientela, ma anche per le esternalità positive che produce”. Recenti studi hanno difatti messo in luce almeno quattro evidenze: nei territori dove operano le BCC si rileva minore disuguaglianza di reddito e una maggiore crescita economica; le BCC sostengono le imprese anche nelle fasi avverse del ciclo economico e nelle situazioni di incertezza;  l’accesso al credito risulta più agevole per le PMI che sono fisicamente prossime alle BCC; il modello bancario mutualistico accresce la stabilità del sistema finanziario.

“È la logica della finanza geo-circolare” ha detto ancora dell’Erba. “Fino al giorno prima del 20 giugno 1883 – ha detto dell’Erba a sottolineare la portata di quella intuizione – non esisteva in Italia neanche un socio cooperatore del credito. Oggi sono 1 milione e 407 mila e il numero è raddoppiato negli ultimi, difficili, venti anni. Non vi era una lira di risparmio depositato fino a quel 20 giugno 1883. Oggi il risparmio complessivo nelle BCC-CR supera i 188 miliardi di euro. Non vi erano filiali: oggi il Credito Cooperativo ha il 20% delle agenzie bancarie in Italia. Nessun notaio del Regno d’Italia aveva ricevuto prima un atto costitutivo e uno statuto di una Cassa Rurale. Non vi era un quadro normativo specifico intorno a quel primo Statuto. La Banca d’Italia sarebbe nata dieci anni più tardi”.

“L’originale modello mutualistico, così come declinato nell’operatività delle BCC – ha sottolineato dell’Erba – contribuisce alla teleodiversità (diversità dei fini) delle imprese e quindi alla stabilità del sistema bancario. Pensiamo che il legislatore e il regolatore europei debbano tenerne conto sempre di più e sempre più concretamente”.

 

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