Pubblichiamo l’intervento integrale di Ignazio Visco sull’importanza delle Bcc nel sistema bancario italiano, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio del 2022 presso ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa.
“Le banche di credito cooperativo (BCC) hanno storicamente avuto un ruolo molto rilevante nell’intermediazione del risparmio, con particolare riguardo al finanziamento delle imprese di minori dimensioni. Tale ruolo non è venuto meno, si è anzi rafforzato a seguito della riforma, nonostante i dubbi più volte manifestati. Nei quasi quattro anni passati dall’avvio dei gruppi cooperativi la loro quota di mercato dei prestiti alle imprese è rimasta stabile a circa il 10 per cento, quasi il 20 se si considerano i finanziamenti alle sole piccole e micro imprese. La dimensione media dei prestiti è inoltre rimasta pressoché invariata, suggerendo che la clientela di riferimento tipica delle BCC non sia mutata. Grazie al rafforzamento dei profili tecnici delle banche del settore, la riforma ha quindi permesso loro di preservare il ruolo di sostegno alle imprese nei territori di insediamento nel difficile contesto che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Tra la fine del 2018 e lo scorso giugno il rapporto tra i crediti deteriorati e il totale dei finanziamenti facenti capo ai gruppi cooperativi si è ridotto, al netto delle rettifiche, dal 6,0 all’1,8 per cento e i tassi di copertura sono saliti di quasi 18 punti percentuali, al 68 per cento. Il rapporto tra costi e ricavi è sceso di oltre 11 punti percentuali, al 64 per cento, e il rendimento del capitale e delle riserve è aumentato fino a superare, nel primo semestre di quest’anno, quello medio delle altre banche significative italiane. Dal 2018 il coefficiente patrimoniale relativo al capitale di migliore qualità è aumentato di 3 punti percentuali, al 19 per cento. Notevoli progressi sono avvenuti anche nell’ambito del governo societario e degli standard gestionali. La costituzione dei gruppi ha consentito inoltre di rendere più sicuro, veloce e fluido il superamento di situazioni di fragilità di singole affiliate.
È indubbio che la riorganizzazione del credito cooperativo abbia richiesto alle BCC e alle capogruppo importanti cambiamenti sul piano strategico, organizzativo e operativo, con costi di impianto e nuovi oneri connessi in parte con l’appartenenza a intermediari qualificati come significativi a fini di supervisione. Questi cambiamenti sono tuttavia avvenuti in un contesto regolamentare e di vigilanza attento alle caratteristiche delle BCC, connotate a livello individuale da dimensioni e complessità contenute. In particolare, per quelle con attivo di bilancio non superiore a 5 miliardi sono previste regole in materia di governo societario e remunerazioni graduate secondo criteri di proporzionalità, recentemente rivisti per ampliarne la portata. Per tutte, la Banca d’Italia ha inoltre eliminato l’obbligo di redigere i resoconti individuali riguardo all’autovalutazione dell’adeguatezza del patrimonio e della liquidità e semplificato gli obblighi di informazione riguardo al ricorso a fornitori esterni. Il criterio di proporzionalità guida anche la disciplina dei controlli interni: gli intermediari possono infatti articolare le funzioni di controllo in modo più snello se ciò è coerente con il profilo di rischio, la dimensione e la complessità operativa”.