Il Credito Cooperativo sta assumendo un ruolo rilevante nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) anche con i presìdi e i servizi delle due Capogruppo e in collaborazione con Confcooperative. E’ una occasione di ripresa e di sviluppo, fondamentale per il nostro Paese e per i territori, a cui il Credito Cooperativo può apportare un qualificato contributo, anche in termini di partenariato pubblico-privato oltre che di sostegno finanziario complementare a quello pubblico.
La transizione ecologica deve essere alla base del nuovo modello di sviluppo imprenditoriale italiano ed europeo, riducendo le emissioni inquinanti, prevenendo e contrastando il dissesto del territorio, minimizzando l’impatto delle attività produttive sull’ambiente. A questo obiettivo le BCC possono concorrere sostenendo e curando l’ecosistema, naturale ed economico, dei rispettivi territori.
L’inclusione sociale è veicolo per migliorare la coesione territoriale e per superare le diseguaglianze profonde che caratterizzano ancora il nostro Paese. La prima inclusione di cui abbiamo bisogno come “sistema Italia” è proprio quella dei giovani e delle donne. Occorre superare i divari tra territori. E anche in questo l’azione del Credito Cooperativo, proprio per le sue caratteristiche intrinseche, può essere preziosa.
Finanza sostenibile: Federcasse guida il Gruppo di lavoro delle banche cooperative europee in ambito EACB che ha elaborato precise proposte volte anche ad attenuare significativamente la sempre maggiore complessità e onerosità che la normativa sulla sostenibilità introduce nella gestione delle banche e dei rapporti con la clientela. Federcasse auspica che le Autorità adottino un approccio che tenga conto di una adeguata tempistica di implementazione, dei progressi nel reperimento di dati e informazioni e delle specificità di segmenti di clientela come le micro e piccole imprese.
Riduzione dell’ammontare dei contributi ex-ante delle BCC al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo: Federcasse e il Fondo di Garanzia dei Depositanti – sulla base delle previsioni dell’art. 10, comma 6, della Direttiva 2014/49/UE che consente la riduzione di tali contributi e sulla scorta delle ulteriori risorse a garanzia del sistema costituite nell’ambito dei Gruppi bancari cooperativi e dell’IPS Raiffeisen – chiedono la riduzione della misura del Target Level dall’attuale 0,80 per cento fino al livello minimo dello 0,50 per cento della massa protetta.
Il tema della risolvibilità delle banche cooperative: l’attuale assetto normativo non considera le peculiarità derivanti dalla struttura giuridica delle cooperative e dalla complessità e dalla varietà degli assetti “a gruppo” o a “network”. il rischio generale che si intende evitare, tenendo in considerazione la differenza dei quadri normativi nazionali che disciplinano le attività delle banche, è quello che si ponga indirettamente in discussione l’assetto giuridico e istituzionale del modello cooperativo e dei gruppi/network.
Vigilanza cooperativa: La Legge 17 dicembre 2018, n. 136, all’art. 20-ter ha previsto che le società capogruppo dei gruppi bancari cooperativi siano sottoposte a “controlli finalizzati a verificare che l’esercizio del ruolo e delle funzioni di capogruppo risulti coerente con le finalità mutualistiche delle banche di credito cooperativo aderenti al gruppo”. Nonostante il termine di adozione del decreto attuativo – del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia – fosse fissato dalla norma per il 31 marzo 2019, ad oggi il decreto ancora non ha visto la luce.