Dopo due trimestri segnati da risultati fortemente negativi, il terzo trimestre 2020 segna un rimbalzo rispetto ai mesi precedenti. Questo è quello che emerge dall’ultima indagine congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Si tratta di un rimbalzo però parziale e prevedibile, che emerge dopo due trimestri segnati dal lockdown e dal fermo di diverse produzioni, nonché della domanda. L’allentamento delle misure per contrastare la pandemia ha riavviato progressivamente le filiere rimaste ferme durante il lockdown e permesso un riavvio dei consumi, ciò spiega il rimbalzo nei mesi estivi registrato nell’industria sia a livello provinciale che nazionale. Siamo però ancora lontani dal colmare le profonde perdite registrate: il Centro Studi Confindustria ha stimato un calo del PIL italiano del -10% nel 2020, che porta i livelli indietro a quelli di 23 anni fa, e prevede un recupero parziale del +4,8% nel 2021. Determinante sarà l’evoluzione della pandemia nei prossimi mesi, ma anche la capacità di riattivare la domanda interna e gli investimenti, dando spinta alle filiere produttive. Cruciale sarà il Recovery Plan.
Infatti, guardando ai comparti, il rimbalzo congiunturale riguarda diverse filiere, come la moda, che nei mesi precedenti avevano registrato un fermo. Permangono anche delle differenze sul fronte dell’intensità e della stabilità di questo recupero: alcune filiere a monte delle catene produttive, come la chimica per l’industria, non hanno ancora avuto benefici diretti da questo parziale rimbalzo del sistema economico perché necessitano di tempi di trasmissione più lunghi. La situazione appare quindi molto diversificata e frammentata.
Le previsioni sulla produzione per l’ultimo trimestre 2020, raccolte nei primi 10 giorni di ottobre, prima delle nuove misure messe in atto dal Governo per contrastare l’emergenza sanitaria, sono orientate ad una stabilizzazione e ad una prosecuzione del graduale recupero dei livelli produttivi (pandemia permettendo). Il 46,8% delle imprese intervistate si aspetta, infatti, un aumento della produzione, il 41,8% il permanere dell’attuale situazione e l’11,4% un peggioramento. Tuttavia, il gap che si è venuto a creare nella prima parte dell’anno è profondo e la via per il recupero appare ancora lunga e impervia. Lo testimoniano anche in via indiretta i dati grezzi di consumo elettrico industriale. Terna ha infatti recentemente elaborato un indice (IMCEI) che monitora i consumi industriali di circa 530 clienti “energivori” in Italia connessi alla rete di trasmissione elettrica nazionale. Nel terzo trimestre 2020 quest’indice è cresciuto del 15,5% rispetto al secondo trimestre, ma confrontando i dati 2020 con quelli dello scorso anno (a parità di calendario), è evidente nei primi nove mesi di quest’anno un calo considerevole dei consumi elettrici industriali: -11,5%. La stessa dinamica è stata rilevata a livello provinciale: i dati di consumo del consorzio dell’Unione Industriali, EnergiVa, su un campione di aziende della provincia di Varese, hanno registrato un aumento dei Gwh consumati dalle aziende nel terzo trimestre 2020 rispetto al secondo trimestre (+4,2%), dovuto al “crollo” registrato ad aprile (-34% rispetto ad aprile 2019), e variazioni negative, ma sempre meno marcate nei mesi seguenti. Complessivamente, guardando ai dati grezzi monitorati nei primi nove mesi del 2020, il consumo elettrico industriale è calato, rispetto allo stesso periodo del 2019, del -12,8%, come mostrato dal grafico seguente.
Stante queste premesse, per recuperare quanto perso molto dipenderà dall’evoluzione della situazione sanitaria nei mesi invernali e dalle risposte che saranno messe in campo.
La tenacia e il know-how delle imprese è la forza del Paese e della nostra provincia. L’indagine congiunturale che presentiamo oggi come Univa è una bussola per chi si chiede da dove ripartire per imboccare la strada dello sviluppo: l’industria. Le risorse e le politiche si concentrano sulla sua crescita sono investimenti nel futuro e nella capacità di creare e distribuire ricchezza a sostegno dei consumi e degli investimenti in ogni fascia della società.
Ciò che succederà da qui in avanti dipenderà inevitabilmente dall’andamento dei contagi e dalla tenuta del sistema sanitario locale e nazionale. Da un lato dobbiamo essere in grado di creare paracaduti e sostegni emergenziali per quei settori, quelle imprese e quei lavoratori che rischiano di subire ulteriori contraccolpi a causa delle misure restrittive per affrontare l’emergenza sanitaria. Dall’altro dobbiamo continuare a impostare, attraverso la Manovra di Bilancio e il Recovery Plan, politiche di medio e lungo periodo per lo sviluppo industriale, la dotazione infrastrutturale del Paese e l’ammodernamento del sistema scolastico.
Serve lucidità politica e capacità di governo: ad ogni misura presa per affrontare l’emergenza sanitaria deve corrispondere una valutazione del suo impatto su imprese e lavoro e una conseguente immediata azione a tutela degli interessi economici e sociali. Basta dividersi su tutto, anche sull’interpretazione dei numeri sui contagi. In queste polemiche non vogliamo entrare. Chiediamo solo di saper governare l’emergenza con coordinamento e visione d’insieme per affrontare l’oggi con una chiara idea di cosa vogliamo essere domani“.
Sotto il profilo produttivo il settore metalmeccanico segue la dinamica complessiva del territorio e segna un rimbalzo tecnico rispetto ai valori fortemente negativi del secondo trimestre. Per il quarto trimestre dell’anno le previsioni sono caute e maggiormente orientate ad una stabilizzazione della situazione attuale. In recupero anche gli ordinativi del mercato interno, mentre appare più diversificato il profilo degli ordinativi esteri. Molte imprese lamentano la difficoltà nel riassortire il portafoglio ordini in condizioni di pandemia e nell’assicurare i servizi post-vendita soprattutto sui mercati esteri.
Nel terzo trimestre 2020 a livello provinciale l’INPS rileva che nel settore metalmeccanico sono state autorizzate complessivamente (CIGO, CIGS, Deroga) 3.360.326 ore di cassa integrazione guadagni (+630% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).
MODA
Nel terzo trimestre recupera la produzione del comparto moda, che era stato duramente colpito nei mesi del lock down ed in quelli successivi. Tuttavia, l’intensità di questo recupero è inferiore alla media dell’industria provinciale: il grado di utilizzo degli impianti (utilizzabile come proxy per misurare l’intensità del recupero) è stato pari a 62,9% nel settore, contro la media provinciale del 71,4%. La dinamica degli ordini, infatti, continua a rimanere negativa e non supporta adeguatamente la crescita e le previsioni per l’ultimo trimestre dell’anno, pur essendo orientate alla stabilità per la maggior parte delle imprese intervistate, hanno un saldo negativo (-8,5 punti percentuali).
Nel terzo trimestre 2020 a livello provinciale l’INPS rileva che nel settore moda sono state autorizzate complessivamente (CIGO, CIGS, Deroga) 1.649.484 ore di cassa integrazione guadagni (+1.142% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).
CHIMICO-FARMACEUTICO
Il settore chimico-farmaceutico nel terzo trimestre del 2020 mostra ancora un rallentamento nella produzione e negli ordini legato in particolare alla componente chimica del settore. Si tratta, infatti, di produzioni destinate non tanto al comparto farmaceutico, ma a quello industriale che hanno risentito del blocco della maggior parte delle filiere e hanno bisogno di tempo per riattivarsi e per cui ci si attende un rimbalzo nei prossimi mesi. Gli ordinativi e le previsioni per la produzione per il prossimo trimestre sono entrambi positivi.
GOMMA-PLASTICA
Le imprese del comparto, dopo avere registrato una frenata della produzione e degli ordinativi nello scorso trimestre, segnano un rimbalzo di tutti gli indicatori, guidato da una ripresa dei consumi finali. Le produzioni direttamente connesse ai beni di consumo (come l’occhialeria), che avevano sofferto per il blocco della domanda nei mesi del lock down, si sono riattivate. Anche le previsioni per il prossimo trimestre sono orientate al proseguimento di questo recupero.
Nel terzo trimestre 2020 a livello provinciale l’INPS rileva che nei settori chimico-farmaceutico e gomma-plastica sono state autorizzate complessivamente (CIGO, CIGS, Deroga) 1.208.625 ore di cassa integrazione guadagni (+3.132% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).