Gli uomini e le donne che hanno restaurato la Basilica di Gallarate

Hanno lavorato una dozzina di restauratori al giorno su 4600 mq di dipinti e decorazioni, 1450 mq di stucchi e dorature, 1250 mq di pietre e marmi, 950 mq di opere in legno, circa 1000 mq di pavimentazioni a mosaico

Dietro il recupero e il restauro del patrimonio artistico c’è sempre un’impresa. Letteralmente. In questo caso, un gruppo di imprese e tante persone. Hanno lavorato una dozzina di restauratori al giorno su 4600 mq di dipinti e decorazioni, 1450 mq di stucchi e dorature, 1250 mq di pietre e marmi, 950 mq di opere in legno, circa 1000 mq di pavimentazioni a mosaico

Sono terminati recentemente i lavori di restauro e riqualificazione della Basilica di Gallarate, iniziati a luglio 2016 e completati in quattro lotti consecutivi.

Una grande opera realizzata dal Raggruppamento Temporaneo di Gasparoli Restauri e Manutenzioni Srl di Gallarate (Capofila), con Melca Costruzioni, Vincenzo Medeghini Srl e Bighinati Claudio, che si integra e si accompagna con la consacrazione del nuovo altare, opera Claudio Parmiggiani, avvenuta domenica 11 novembre.

Gli interventi hanno riguardato il restauro delle superfici interne, la riqualificazione dell’impianto di riscaldamento, dell’impianto audio e di illuminazione.

Quello appena terminato è uno dei più significativi cantieri di restauro della Diocesi di Milano degli ultimi anni, condotto, con grande abilità e capacità di coordinamento delle imprese coinvolte in rete dal Dott. Marco Gasparoli.

Un imponente lavoro, dunque, eseguito con maestria dai restauratori della Gasparoli, un’impresa gallaratese storica, una delle più grandi e strutturate in Lombardia.

“Le tecniche utilizzate, alcune molto sofisticate, altre che hanno fatto riferimento a procedimenti desunti dalla nobile arte del restauro, tramandati da secoli, hanno riguardato – spiega il Dott. Marco Gasparoli – interventi di pulitura, consolidamento, stuccatura, doratura, integrazione pittorica. Nella gestione del cantiere sono stati sperimentati innovativi strumenti digitali di registrazione, controllo e ispezione”.

Tecnologie all’avanguardia che hanno riportato alla luce un passato dal grande valore artistico: “La ricerca storica in fase di progetto – spiega l’arch. Paolo Gasparoli che con Fabiana Pianezze ha curato il progetto di restauro – ha messo in evidenza la grande qualità degli autori coinvolti, già dalla metà dell’Ottocento, nella costruzione della Basilica, a partire da Giacomo Moraglia a cui si deve il progetto iniziale, a Camillo Boito che realizzò la facciata nel 1870, a Carlo Maciachini e al pittore Luigi Cavenaghi che dal 1888 al 1892 progettarono ed eseguirono le decozioni interne: un team di Autori, noti a livello nazionale, tra i più quotati del periodo”.

La direzione dei lavori è stata affidata dalla Parrocchia agli Archh. Angela Baila e Lorenzo Mazza; Coordinatori per la sicurezza l’Ing. Davide Parolo e l’Arch. Sonia Frulla.

Il progetto, iniziato nell’ottobre 2015, è stato approvato dalla Soprintendenza nel marzo 2016. Co-progettisti – con Paolo Gasparoli e Fabiana Pianezze – erano, per la parte illuminotecnica e audio l’Arch. Marco Torri, per l’impianto di riscaldamento l’Ing. Luca Sarto.

A completare il restauro è la consacrazione del nuovo altare. È infatti stata realizzata una nuova area presbiterale, con altare e ambone, opere di Claudio Parmiggiani, artista di fama internazionale, che a Gallarate compie e lascia, probabilmente, una delle sue creazioni più significative.

Si tratta di un’Opera, fortemente voluta da Mons. Ivano Valagussa, sostenuta e resa possibile con la collaborazione del MA*GA, in particolare la Direttrice Dott. Emma Zanella, che si pone come stratificazione del momento presente, gesto di arte e di fede dell’oggi, che dialoga con la preesistenza, conferendo alla Basilica una nuova dimensione temporale.

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