Sarà più facile cambiare destinazione d’uso di un edificio, per esempio da uffici a struttura alberghiera o negozio, o altro, all’interno dei centri storici. Il Tar della Toscana con la sentenza n.1009/2017 ha dato un taglio netto alla burocrazia. In passato per cambiare destinazione d’uso bisognava chiedere di fatto un nuovo permesso per costruire, ora basta comunicare che si procede a un restauro o una ristrutturazione, evitando procedure più complesse. Nei centri storici basterà procedere con una semplice SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Il cambio d’uso rientra, quindi, di fatto nel restauro e risanamento conservativo.
La semplificazione è dovuta a una Bcc, il Banco Fiorentino, Credito Cooperativo, che ha inoltrato, il 2 maggio 2017 al Comune di Firenze la segnalazione certificata inizio attività (SCIA) n. 4385/2017 per un intervento di risanamento conservativo, diretto ad operare un mutamento della destinazione d’uso da residenziale a direzionale per la realizzazione di una nuova filiale dell’istituto bancario. L’immobile in questione ricade nell’ambito dei tessuti compatti di formazione otto-novecentesca e risulta classificato dal vigente Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze come “tessuto storico o storicizzato prevalentemente seriale”, assimilato alle zone “A” del D.M. 1444/1968 ed è sottoposto al limite di intervento del risanamento conservativo. Il Comune si è opposto al mutamento di destinazione d’uso, motivando che “l’intervento così riferito deve essere qualificato come ristrutturazione edilizia e deve richiedere il previo rilascio di un permesso di costruire”. Il Tar della Toscana ha dichiarato legittimo il comportamento della banca, modificando di fatto la legge e semplificando la burocrazia per chi in un centro storico voglia ristrutturare e cambiare destinazione a degli immobili.