Chiunque abbia visitato un mercato a fine giornata, ha bene in mente quale sia lo scenario che si ripresenta mentre i commercianti si apprestano a levare le tende: distese e distese di cassette e cestini, ancora contenenti frutta e verdura perfettamente commestibili, ma non più vendibili, che vengono raccolti dagli addetti alle pulizie e portati via, destinati al macero. I commercianti, infatti, sono abituati a buttare l’invenduto nella spazzatura. Una situazione di spreco alimentare che è sotto gli occhi di tutti, e alla quale è urgente porre rimedio: basti pensare che recuperando l’equivalente di un anno di spreco alimentare in Italia si potrebbero sfamare quasi 44,5 milioni di persone
A una venticinquenne milanese, Rebecca Zaccarini, è venuta un’idea: ha dato il via al progetto Recup, per salvare dal macero il cibo invenduto dei mercati rionali di Milano, donando gli alimenti recuperati alla comunità. I volontari di Recup, iniziativa sostenuta da Giacimenti urbani, da circa due anni passano nei mercati a fine giornata a chiedere ai commercianti la merce avanzata, la raccolgono e la portano in appositi punti di ritrovo, dove è disposizione di chi ne ha necessità. E molti dei volontari di Recup sono proprio le persone bisognose che un tempo cercavano nella spazzatura residui di cibo per sé: con Recup hanno trovato un’occasione di inclusione sociale.
Un altro aspetto positivo di Recup è che ha generato una rete di solidarietà. L’associazione Fucine Vulcano, per esempio, ha fornito a Recup una “cargobike” adatta al trasporto del cibo.
Grazie a tutto questo, vengono recuperati ogni giorno, in media, 100 chili di prodotti che poi possono essere destinati a chi ne ha veramente bisogno.
Per fortuna in Italia ci si sta attivando sempre di più contro lo spreco alimentare: il 3 agosto scorso è stata approvata la legge 166/2016, un provvedimento promosso dalla deputata varesina Maria Chiara Gadda, che punta proprio a incentivare le donazioni da parte degli esercenti.