V’Arco Villoresi: sito, app e nuove opportunità di sviluppo

Il canale Villoresi a Parabiago Di Marcodebernardi - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=21767628
Un progetto per valorizzare il canale che attraversa il nostro territorio. In arrivo sito e app per sfruttare al meglio la rete ciclabile tra Ticino e Adda, una "greenway" di primaria importanza

Dall’anno Mille in poi la Lombardia è stata testimone della crescita di una “civiltà dell’acqua” che, con un lavoro paziente e straordinario, ha reso le terre fertili e più sicure, ne ha condizionato il paesaggio e ha incentivato l’economia. Si tratta di un sistema che ha avuto la sua testimonianza più vistosa proprio nel nostro territorio, dove si trova il canale Villoresi, opera di ingegneria idraulica importantissima che collega il Ticino all’Adda.
Oggi il Villoresi è sotto i riflettori: nei giorni scorsi, al Museo delle Acque Italo Svizzere alle Dighe del Panperduto di Somma Lombardo (VA) si è svolto il convegno “Visita il V’Arco Villoresi, il sito e l’App, nuove opportunità di sviluppo”, in cui sono state presentate le novità per la valorizzazione del Villoresi e del sistema idrico connesso.

In arrivo un sito e un’app dedicati per far conoscere e valorizzare la civiltà idraulica lombarda, lungo una moderna ‘greenway’ a nord di Milano da percorrere in bici, a piedi o a cavallo. Coniugando sviluppo economico, tenuta del comparto agricolo e salvaguardia dell’ambiente. Il sistema verde ‘V’arco Villoresi’ è un corridoio ecologico turistico lungo il canale Villoresi per connettere, attraverso le piste ciclabili sulle alzaie, il Ticino all’Adda (attraverso i Parchi delle Roggie, dei Mulini, dell’Alto Milanese, del Roccolo, del Lura, delle Groane, del Grugnotorto Villoresi, della Valle del Lambro, del Molgora e del Rio Vallone). Una via verde che dovrà sempre più diventare occasione di sviluppo per le aziende agricole del territorio.

“Il tema della multifunzione, dell’acqua, dell’utilizzo delle risorse irrigue allarga i propri orizzonti – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Fava – inserendo l’elemento dell’offerta di servizi, che passano attraverso la fruibilità territoriale e la domanda turistica. Un esperimento di valore, un esempio di come vengono utilizzati bene i fondi pubblici. Aver restituito questo pezzo di territorio ai cittadini oltre che agli agricoltori credo rappresenti una grande occasione di sviluppo. La multifunzione stessa è salvaguardia del territorio”.

Notevoli le opportunità per sviluppare il turismo, anche internazionale: “Non credo che la maggior parte dei lombardi si renda conto che il sistema reticolo irriguo lombardo si sviluppa per 4.000 chilometri di canali – ha detto il presidente del Consorzio Est Ticino Villoresi, Folli – nella sua grande importanza e funzionalità. Sistema che serve anche per la protezione del territorio, come accade quando ci sono piogge forti”. Una rete che oggi viene valorizzata con le connessioni ciclabili, con l’offerta di servizi come l’ostello (6 camere, un monolocale, 22 posti letto) e le visite guidate; un potenziale turistico enorme, grazie alla vicina Svizzera, per i mercati nordeuropei particolarmente sensibili all’offerta di mobilità ‘lenta’. Con l’auspicio che si punti sempre alla convivenza tra chi va in bici e chi opera sulle alzaie”.
“Oggi presentiamo il lavoro svolto sin qui – ha aggiunto Folli -, lo Stato ci ha riconosciuto anche dei fondi, ma se non avessimo avuto un supporto enorme da parte di Regione Lombardia, qualche progetto avrebbe potuto crearci qualche preoccupazione. Ci hanno dato fiducia e non abbiamo cercato di ripagarla”.

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