I pezzi di Expo che rinascono sul nostro territorio

Expo 2015, LID - Expo Milano Presstour
I pannelli solari del Brasile se li è aggiudicati Cassano Magnago, ma l'eredità dell'Esposizione Universale è sparsa in diversi comuni. Ed è fatta soprattutto di piante, grazie a un progetto di recupero ad hoc

Arriveranno dal padiglione del Brasile a Expo 2015 i nuovi pannelli solari per le scuole di Cassano Magnago. La notizia è stata data nei giorni scorsi. pochi sanno che uno dei padiglioni più amati dell’Esposizione Universale, quello caratterizzato da una rete sospesa da percorrere in lungo e in largo, era dotato anche di un impianto fotovoltaico, mai entrato però in funzione, e quindi, in pratica, nuovo di zecca. Il comune di Cassano Magnago ha colto questa opportunità, e l’ha portato a casa “in saldo”: 27mila euro per un sistema che ne vale il doppio e che sarà installato sui tetti di quattro scuole della città. Il risparmio previsto? 15-20mila euro sulla bolletta dell’elettricità e 36mila chili di emissioni di CO2 evitate ogni anno.

Questo esempio di recupero di “pezzetti” di Expo sul nostro territorio non è un caso isolato.
A Induno Olona sono arrivate a febbraio sei delle statue firmate dallo scenografo Dante Ferretti che accoglievano i visitatori all’ingresso principale di Expo. Tre dame e tre cavalieri sono stati rimessi a nuovo dagli studenti del Liceo Artistico e sono diventati i custodi del Giardino delle Rose posto nel Centro Polivalente Anziani di via Maciachini.
Non solo. Ad aprile aveva fatto parlare di sé il trasloco dell’intero padiglione dell’Uruguay a Origgio. Qui è entrato in gioco un privato, l’azienda NeoLogistica, che ha acquistato la struttura per trasformarla in un ristorante – uruguayano, naturalmente.

Il progetto di recupero più esteso e articolato riguarda però le piante che hanno adornato, in grandissima quantità e in un tripudio di essenze diverse da ogni parte del mondo, gli spazi di Expo 2015. Questo patrimonio naturalistico viene preservato grazie al Progetto Recupero Verde Expo, che con i suoi volontari si occupa di dare alle specie vegetali una nuova casa, soprattutto nei comuni limitrofi all’area Expo e, in generale, in Lombardia.
Moltissime di queste piante ora si trovano negli spazi pubblici, e i cittadini possono goderne (e in qualche caso, prendersene direttamente cura). Ad esempio, le scuole di Cairate hanno visto arrivare i gelsi del padiglione della Cina e altre piante ornamentali dai padiglioni di Oman e Turkmenistan.
Scorrendo la pagina Facebook di Progetto Recupero Verde Expo si scopre inoltre che gli aromi delle piante del Marocco ora sono nel giardino del municipio di Melzo, che chi abita a Inzago può passeggiare nel verde del Qatar, che il bosco dell’Austria rivive a Liscate e i meli dei Carpazi a Rho, che Arese è rinverdita dai platani del padiglione Olanda e che a Bellinzago gli anziani del paese si prendono cura delle rose del Turkmenistan.
Pezzi di mondo che rivivono qui da noi.

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