“Luce sul Novecento” Quando il territorio fa la storia…

“Luce sul Novecento – Un giornale, la sua gente, il suo territorio”; il libro edito per i tipi di Lativa con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, rivela sin dal titolo la sua impostazione. Non è tanto la storia del settimanale cattolico Luce, è piuttosto il racconto del suo milieu (Altomilanese e Varesotto, a ricalcare il raggio d’azione della Bcc) lungo circa 50 dei 90 anni di vita di questo organo di informazione. Dalla Grande Guerra (il Luce nacque nel gennaio del 1914), secondo autorevoli storici il vero incipit del Novecento, agli anni Sessanta inoltrati (Concilio Vaticano II e contestazione) si estende l’arco temporale coperto dalle cronache del settimanale, perché il post Sessantotto storia non si può propriamente definire, visti gli argomenti e le problematiche ancora oggi non sbolliti. La rilettura di fatti e personaggi di questa porzione del secolo breve trascorso nel Varesotto e Altomilanese è ritmata in quattro capitoli. Giorgio Vecchio, docente di Storia contemporanea all’Università degli studi di Parma, firma il saggio “Il Luce, la Chiesa e la società italiana del Novecento”. La sezione su Varese e Varesotto è opera di Fulvio Monti; quella su Gallarate e Busto Arsizio reca la firma di Andrea Locatelli; mentre è Angelo Robbiati a parlare di Legnano, Rho e Saronno ed Enzo Laforgia conclude con “Dal Dopoguerra alla grande trasformazione. La società varesina attraverso le pagine del Luce!”. La narrazione si accompagna alla documentazione fotografica; una sessantina fra scatti d’epoca e cartoline testimoniano la cronaca già divenuta storia del nostro territorio. Quel territorio che è la parola chiave per Luce; ogni evento, dalle guerre alle periodiche crisi che hanno investito il mondo del lavoro sono declinate in quella porzione di Lombardia delimitata da Ticino e Olona. Un microcosmo, questo, che riproduce puntualmente in scala ridotta le grandi dinamiche che si sono innescate nel Novecento: l’industrializzazione, il boom, la crisi delle grandi attività manifatturiere, il percorso dei cattolici lungo uno dei secoli più problematici e intensi della storia. Il libro si apre con l’introduzione del direttore di Luce, Saverio Clementi, e un messaggio del cardinal Tettamanzi, che ribadisce l’importanza e l’attualità del settimanale nel panorama dell’informazione locale. Particolare rivelatore: in copertina fa bella mostra di sé la linotype della vecchia tipografia di Luce, l’Addolorata, di proprietà della Curia. Anche in questa scelta di immagine c’è tutta la filosofia dell’informazione di Luce: la tecnica, perennemente superata e in continuo aggiornamento, che si adegua alle mutate esigenze dei suoi lettori, del suo mondo.

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