
Torna alla cittadinanza il capolavoro ritrovato sotto una spessa mano di intonaco all’interno della chiesa parrocchiale di Cazzago Brabbia, un paese di 785 anime alle porte di Varese, tutte accorse alla cerimonia di inaugurazione che si è tenuta lo scorso 8 ottobre. È stata forte l’emozione tra la gente del paese nel vedere la parrocchiale tornata agli splendori di inizio secolo, come ancora qualche anziano del paese la ricordava. «È la nostra Cappella Sistina -ha commentato l’onorevole Giancarlo Giorgietti, già sindaco di Cazzago-. Un documento storico di primaria importanza per tutta la provincia di Varese, tornato alla luce grazie a progetti di rara competenza, come le analisi stratigrafiche, che hanno permesso di vedere traccia degli affreschi sotto l’intonaco». Il ritrovamento più eclatante è stato una serie di affreschi raffiguranti i Misteri del Rosario e risalenti alle fine del 1600: gioielli dell’arte che sono rimasti celati alla vista di tutti per più di due secoli, dal momento che sono stati coperti da altre raffigurazioni tracciate nel corso dei lavori per il primo ampliamento della chiesa, avvenuto nel 1830, quando l’intero edificio è stato nuovamente affrescato. «È una bellezza che parla al cuore -ha detto Monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale-. Le prime parole che mi sono venute dal cuore appena ho visto l’effige della Madonna del Carmelo messa a nuovo e questa chiesa così ben illuminata sono state: che bello!». Philippe Daverio, critico d’arte ed autore della fortunata trasmissione televisiva Passepartout ha elogiato la bellezza artistica ed il valore culturale dell’edificio. «Ogni opera d’arte ha un suo valore storico e culturale e merita di essere conservata come un bene prezioso per la comunità -ha sottolineato Maria D’Alessandro, capo restauratrice-. Si tratta di un motto che deve essere valido non solo per le opere di primaria importanza, ma anche per quelle di minore risonanza, che vivono lontano dai riflettori».

Per salvare questa importante opera si è mobilitato l’intero paese. Dopo la scoperta che sotto la crosta d’intonaco c’erano degli affreschi, il parroco, don Antonino Martelozzo è salito sul pulpito per chiedere aiuto ai suoi parrocchiani. Gli abitanti del paese si sono autotassati e assieme sono riusciti a raccogliere 40.000 euro: tanti per meno di 300 famiglie, ma pochi per coprire i costi del restauro. È a questo punto che è intervenuta la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate con un primo contributo di 8mila euro e poi con un mutuo a tasso agevolato per coprire la parte mancante dei fondi necessari per il restauro. Per coprire le rate, il Progetto Soci della nostra Bcc si è anche impegnato a erogare ulteriori contributi nei prossimi anni. «È nei fatti che si dimostra la valenza fortemente e autenticamente locale di una Banca come la nostra», ha detto Alberto Morandi, il presidente del nostro Progetto Soci. «Il contributo che vi abbiamo dato sono i vostri utili che tornano sul territorio», ha infine spiegato alla popolazione, durante la messa di inaugurazione, il nostro presidente Silvano Caglio.