Una rivoluzione nella continuità. Nella nostra Bcc il cambiamento si chiama evoluzione ed è tutto rivolto alla qualità. Il processo di adesione al Gruppo Bancario Cooperativo di Iccrea non comporta solo una necessaria parte formale, ma anche una svolta culturale, di visione. Qui gli attori sono i dipendenti del nostro istituto. «L’obiettivo è arrivare a quella “cooperazione produttiva” che è traguardo necessario non solamente per poter essere protagonisti in un gruppo che opera su un mercato estremamente competitivo, ma soprattutto per non perdere la nostra identità di Bcc: un valore aggiunto che, come la nostra storia ci insegna, si traduce in un modo differente di essere banca». Roberto Solbiati, responsabile del Personale della nostra Bcc, ha introdotto un cambio di marcia nella formazione dei dipendenti. Pur mantenendo una base prettamente quantitativa fatta di aggiornamenti e informazioni su tematiche professionali (credito, finanza e assicurativo), dal 2015 ha puntato sulla qualità. «Un lavoro fatto per gradi dove, partendo dai vertici fino ad arrivare al coinvolgimento di ogni singolo dipendente, siamo andati a cambiare l’approccio culturale: non più e non solamente si guarda alla quantità, quindi alla produttività, ma abbiamo introdotto il valore qualitativo nella convinzione che i risultati sono importanti, ma è più importante andare a definire il modo con cui questi risultati vengono perseguiti». Un processo che ha portato alla creazione di esperienze nuove, incontri e osservazioni fino all’idea di organizzare una convention residenziale. «Siamo partiti dal concetto di cambiamento per arrivare all’ evoluzione e alla condivisione degli obiettivi», aggiunge Solbiati. «Al Museo dell’Alfa Romeo, che un gruppo di dipendenti ha avuto l’opportunità di visitare, c’è una parete dove sono presentati tutti i loghi della casa automobilistica. Sono uno diverso dall’altro, ma tutti sono perfettamente riconducibili all’Alfa Romeo.
Il nostro punto di partenza è stato questo: la necessità di cambiare pur mantenendo la nostra identità di Credito Cooperativo». Alla convention di Firenze, che si è svolta l’anno scorso, il primo passaggio: «Abbiamo parlato di evoluzione e di “Engagment for achievement” – questo il titolo dato alla due giorni – focalizzandoci non tanto sulle performance quanto sulle osservazioni. Abbiamo dato vita ad un impianto di valutazioni basato su osservazioni oggettive fatte a tutti i livelli e in ogni direzione, per misurare in maniera il più possibile scientifica la capacità di raggiungere determinati obiettivi di carattere qualitativo». Nello step più recente, quello di Bologna, il fil rouge è stato “Run to GBC”, cioè correre verso il Gruppo Bancario Cooperativo. «Lo scenario complessivo non è mutato – cambiare mantenendo intatta l’identità del credito cooperativo -. È cambiata però la realtà. Di qui, la necessità di sapersi adattare ai nuovi scenari e alle nuove opportunità». Esemplificativo può essere il dipinto di Dalì “Un cucchiaio di metallo su sfondo nero”. «Ben rappresenta la capacità di reagire ai cambiamenti, senza mutare direzione e tenendo ben ferma la coscienza del tempo». Conclude: «L’obiettivo che abbiamo oggi è quello di farci trovare pronti. Tutti».

