Fiducia, territorio e solidità Una favola che è realtà

Il direttore Luca Barni

C’era una volta. Iniziano così le favole, quelle belle. Quelle che abbiamo raccontato ai nostri figli per farli addormentare. Anche quelle che sono entrate oramai di diritto nella letteratura. Anche a fronte di draghi spaventosi e streghe cattive, c’è sempre un lieto fine. C’era una volta perché adesso non c’è più. Il bilancio che presentiamo su questo numero de La Voce e che andremo a presentare ai Soci della nostra Bcc è il bilancio della svolta. Il segno “più” davanti non è solamente l’elemento tangibile del buon lavoro fatto, ma è soprattutto la continuazione di un percorso di maturazione e di rafforzamento che la nostra banca ha fatto negli ultimi anni. Di fatto non ci siamo scostati molto dal nostro recente passato: in tempi post crisi – parlare di una piena ripresa, per il momento, credo sia ancora prematuro – essere una banca (piccola) che riesce a tenere i ritmi del mercato, senza farsi schiacciare da logiche che non ci appartengono, è già un risultato. Riuscire a non fermarsi al semplice “galleggiamento” nel mare del credito, ma addirittura agire per produrre reddito e distinguersi a livello nazionale per il valore raggiunto, è un successo. Non ci siamo solamente opposti alla tempesta della crisi, ma siamo riusciti a offrire un solido e sicuro riparo alle famiglie e alle imprese del nostro territorio. Non abbiamo agito solamente per la nostra sopravvivenza, ma ci siamo adoperati per rafforzare le nostre radici ed essere ancora più forti davanti alle violente raffiche di vento del mercato. Perché – giusto non dimenticarlo – una Bcc è un’impresa e deve fare tutto il necessario per poter “stare in piedi” con le proprie gambe. Con il bilancio 2017 possiamo dire che si chiude una fase per la nostra banca. Una fase importante che ci ha visti impegnati nell’ultimo decennio nel trasformare la nostra Bcc in una banca moderna, attuale, profondamente solida e capace di affrontare le nuove sfide. Il tutto, senza tradire il passato; quei 120 anni di storia rappresentano la forza e la concretezza di una Bcc ancora profondamente legata al proprio territorio. Non entro nel merito del bilancio, mi soffermo però solamente su tre numeri: 15, 6 e 17. Il primo, 15%, indica la crescita che ha avuto il risparmio gestito nell’ultimo anno. Un valore che, se misurato su base triennale sale al 76%. Cosa significa? È l’indice della fiducia che i nostri clienti ripongono nella nostra Bcc. Il secondo: 6%. È la crescita che hanno avuto gli impieghi, quindi il sostegno alle imprese e alle famiglie. È il sostegno alla ripresa e alla fiducia. Terzo: 17%. Entriamo nel tecnico: è il “Cet 1” della nostra Bcc. Si tratta del parametro principale che valuta la solidità di una banca. Ecco, il nostro è ben al di sopra di quello dei gruppi bancari grandi (Intesa Sanpaolo 13% e Unicredit 12,8%) e, in generale, sopra la media delle banche italiane. Fiducia, territorio e solidità. Cosa chiedere di più? Siamo pronti al salto nel nuovo Gruppo bancario cooperativo Iccrea forti dei nostri conti ma anche della nostra struttura che ha saputo cogliere l’importanza del cambiamento. C’era volta una banca locale che oggi è diventata una moderna banca di territorio. E non è una favola.

Twitter.it/@lucabarni5

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