La corsa ad ostacoli delle famiglie italiane

Mentre riprendono corpo le richieste di mutui per l’acquisto della casa continua a restare alto il cosiddetto «costo della vita» perché in Italia i redditi sono più bassi del 24% della media Ue e le spese ordinarie incidono sul 52% del reddito disponibile dei nuclei familiari

Il +5,8% di impieghi fatto segnare nel 2017 dalla nostra Bcc è stato trainato soprattutto dai mutui alle famiglie per l’acquisto della casa e anche i primi mesi del 2018 confermano il trend della richiesta di finanziamenti da parte delle coppie. E questo è sicuramente un segnale positivo tanto per la ripresa dell’economia quanto per speranze, i progetti e le prospettive di crescita della famiglie del nostro territorio. Ma far quadrare il bilancio familiare resta una quotidiana corsa ad ostacoli, perché il conto presentato dal cosiddetto «costo della vita» è sempre salato, specie in Italia, dove i redditi sono più bassi del 24% rispetto alla media della UE-15 (cioè quella dei primi Paesi membri alla data dell’1 gennaio 1995: Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Grecia, Spagna, Portogallo, Austria, Finlandia e Svezia). Ma quanto spende una famiglia tipo italiana rispetto alle altre famiglie europee? E quanto incidono le spese quotidiane sul reddito? Queste le domande che si è posta Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori che opera in Italia dal 1988, e che nell’aprile scorso ha diffuso i risultati di un’indagine effettuata elaborando dati resi noti da Istat ed Eurostat e messi a disposizione dei ricercatori dai principali operatori dei vari settori delle utility per il consumatore (energia, telecomunicazioni e così via). Per l’indagine è stata presa a campione una famiglia tipo, proprio la stessa che ha ripreso con forza ad investire sul mattone, e che è composta da due genitori, entrambi occupati al 100%, e da un figlio o una figlia in età scolare. Secondo lo studio, le spese mensili della famiglia italiana raggiungono la cifra media di 1.615 euro, pari al 52,6% del reddito netto disponibile. Un impatto sul reddito più alto del 2,3% rispetto alla media della UE-15, nonostante le spese complessive siano, di media, inferiori del 19,2%, pari ad una differenza di 310 euro. Com’è possibile? A fare la differenza è la minore capacità reddituale della famiglia italiana, inferiore del 24,6% alla media europea, pari a circa 755 euro in meno, per cui ogni singola voce di spesa ha un peso maggiore sul reddito disponibile. In Italia una famiglia dispone, in media, di 3.067 euro mensili, contro i 3.822 euro della media europea. «Ogni euro speso da una famiglia italiana pesa molto di più sul reddito rispetto a quello di una famiglia tedesca o francese. La combinazione di bassi redditi e alta pressione fiscale rende complicato sostenere le spese quotidiane -spiega Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc-. Solo le famiglie greche, portoghesi e spagnole, e queste ultime ancora per poco, si trovano in condizioni peggiori di quelle italiane». Nel dettaglio, mediamente la famiglia italiana spende circa 516 euro mensili per la spesa alimentare, a cui vanno aggiunti circa 60 euro per la ristorazione, equivalenti a due uscite a cena fuori casa al mese, prevalentemente in pizzeria. Una spesa complessiva, a livello di costi, inferiore del 10% rispetto alla media europea, ma che impatta per il 18,7% sul reddito, contro il 14,8% della media UE. Riguardo ai trasporti e ipotizzando l’utilizzo sia di un mezzo privato, misurato attraverso le voci per il carburante (tre pieni al mese) e per l’assicurazione obbligatoria, sia del trasporto pubblico, misurato attraverso il costo per un abbonamento alla rete cittadina su base mensile, va detto che la spesa media della famiglia italiana per il trasporto pubblico, 35 euro, è considerevolmente inferiore alla media europea (56 euro), mentre le spese per il trasporto privato pesano sui bilanci familiari, dal momento che i soldi spesi per la benzina sono superiori dell’8% alla media europea. Dal punto di vista assicurativo, rispetto alla media UE-15, il costo sostenuto è in linea (50 euro contro i 52 euro di media), ma a livello di impatto sul reddito, le spese sostenute dagli italiani il trasporto sono maggiori di circa il 2% rispetto alla media europea. Venendo alle voci «casa e utenze», l’indagine di Adoc ha preso in esame i costi vivi sostenuti dalle famiglie, in particolare per l’affitto o la rata del mutuo, le bollette (di luce, acqua, gas e rifiuti), la telefonia, la connessione a internet e i costi del canone Tv. Per quanto riguarda i costi sostenuti per l’affitto/mutuo, la media italiana è inferiore del 30% alla media europea. La spesa è mediamente pari a 580 euro mensili contro i 759 euro della media europea. L’incidenza sul reddito è pari al 18,9%, poco meno della media UE (19,8%). Per quanto riguarda le spese per il canone, va ricordato che in Spagna, Olanda e Lussemburgo la tassa non si paga. Ad ogni modo la spesa in Italia si attesta sui 7,50 euro al mese, contro i 10,90 euro di media europea. In merito alle spese per la telefonia fissa e internet (Adsl), la famiglia italiana ha una spesa in linea con la media Ue, anzi di 4 euro più bassa. Così come per le spese per l’abbonamento alla telefonia mobile (considerando 2 schede): da noi la spesa si attesta sui 18 euro, la media europea è 31 euro. In merito alle bollette, considerando le utenze di acqua, luce e gas, la famiglia spende in media 145 euro al mese, in linea con la media europea. Complessivamente, quindi, una famiglia italiana, per le spese di casa e le utenze investe il 25,3% del proprio reddito, di poco inferiore al 25,7% della media Ue. Ma non di solo lavoro vivono le famiglie e nel calcolo delle spese mensili i ricercatori hanno inserito le voci relative ad una serata al cinema (2 biglietti interi e 1 ridotto) e la quota mensile di 2 abbonamenti alla palestra o per un corso di sport. E qui torna il caro-Italia, dal momento che da noi si spendono complessivamente 135 euro mensili, contro i 114 euro della media europea.

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