Il 14 giugno è la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, una giornata istituita nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare tutti i donatori di sangue che con il loro gesto di volontariato perpetrano un comportamento solidale e di aiuto alla comunità.
Il 14 giugno è il giorno di nascita di Karl Kandsteiner, biologo austriaco, Premio Nobel, scopritore dei Gruppi sanguigni A B 0 o AB nel 1909 e del fattore RH Negativo e Positivo nel 1940. Fu proprio grazie al suo lavoro di ricerca che si cominciò a parlare di trasfusioni di sangue.
Quanto sangue serve?
«Se tutte le regione italiane fossero capaci di raccogliere come minimo 40 donazioni ogni 1000 abitanti all’anno, almeno il fabbisogno di globuli rossi sarebbe coperto. Alla fine dell’anno, in Italia, riusciamo ad arrivare a questa quantità, ma ci sono larghi periodi in cui siamo al di sotto di questo numero”, spiega la Fondazione Veronesi. “Pensiamo al periodo estivo quando le regioni, anche quelle tradizionalmente abbondanti di donazioni come la Lombardia, stanno di molto sotto a questo indicatore. Per quanto riguarda i farmaci plasmaderivati, l’autosufficienza nazionale sarebbe raggiunta se raccogliessimo almeno 18 kg di plasma ogni mille abitanti per la lavorazione industriale. La media italiana, purtroppo, è 14 kg».
“Il sangue, tessuto connettivo allo stato liquido, costituisce circa il 5-7% del volume corporeo. In un organismo adulto ne circolano, in media, 4-5 litri e alla sua presenza, al suo movimento e alla sua efficienza è legata la nostra vita”, spiega la Fondazione Veronesi. “Il sangue è composto da una parte corpuscolata o cellulare – globuli rossi, globuli bianchi, piastrine – che rappresenta circa il 45% del totale, e una liquida chiamata plasma. Si è calcolato che nel mondo, approssimativamente, ogni 2 secondi qualcuno ha bisogno di sangue. Le trasfusioni di sangue, infatti, rappresentano una terapia salvavita in numerose evenienze. Il sangue è indispensabile nei servizi di primo soccorso e di emergenza/urgenza, in molti interventi chirurgici e trapianti di organo e di midollo osseo, nella cura delle malattie oncologiche ed ematologiche e in varie forme di anemia cronica, immunodeficienze, emofilia. L’utilizzo di sacche di sangue fresco (globuli rossi, piastrine) o plasma in regime di chirurgia può variare, a seconda delle situazioni, da un paio di unità, fino alle 10 e anche 20 nel caso di interventi complessi come i trapianti o la protesi d’anca.
«Per ottenere sangue o derivati del sangue bisogna per forza avere donatori sufficienti – conclude Vincenzo De Angelis – non c’è alternativa alla terapia trasfusionale perché non possiamo comprare il sangue sul mercato o andare in farmacia per reperirlo. Se tutti diamo una mano alle Associazioni per promuovere la donazione del sangue, forse le persone inizieranno a pensare che il dovere della donazione è di ciascuno di noi, non degli altri. Noi tutti, se siamo sani e in buone condizioni di salute, siamo potenziali donatori. Non resta che diventarlo!».