Il governo con il decreto lavoro ha apportato sostanziali modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a termine (cosiddetto “tempo determinato”), variando le causali che possono essere indicate nei contratti di durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (comprese le proroghe e i rinnovi), per consentire un uso più flessibile di tale tipologia contrattuale, mantenendo comunque fermo il rispetto della direttiva europea sulla prevenzione degli abusi.
Pertanto, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non eccedente i 24 mesi:
- nei casi previsti dai contratti collettivi;
- per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti, in caso di mancato esercizio da parte della contrattazione collettiva, e in ogni caso entro il termine del 31 dicembre 2024;
- per sostituire altri lavoratori.
Per i rapporti di lavoro a termine fino a 12 mesi continua a non essere richiesta l’indicazione delle causali, ovvero dei motivi per cui si ricorre a questa tipologia contrattuale (in questo caso si parla di contratto a termine ‘acausale’).
Resta il limite, già previsto dal precedente decreto Dignità, dei 24 mesi mia ora cambia la procedura e viene reso tutto più facile. Con il decreto lavoro, si interviene variando le casuali che possono essere inserite: si affidano alla contrattazione collettiva o, in mancanza, si demandano alle parti ma in questo caso solo fino al 31 dicembre 2024.