I numeri della provincia di Varese vengono dati da Univa, il settore conta all’interno della compagine associativa conta 20 imprese, per 577 addetti. L’export provinciale dei comparti produttivi più vicini al Gruppo, ossia l’Estrazione di altri minerali da Cave e Miniere e la Fabbricazione di altri Prodotti della Lavorazione di Minerali non Metalliferi, ha registrato un aumento del +30,9% nel 2021 rispetto al 2020, allineandosi al trend di generale ripresa del commercio estero varesino nell’anno passato. Il 2022 si è aperto con alcune criticità. La complessità del momento è, però, confermata dall’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali nel periodo gennaio-febbraio 2022: le ore autorizzate di Cassa Integrazione per il Gruppo Merceologico Materiali da Costruzione, Estrattive e Cave risultano in deciso aumento sul territorio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, su livelli quasi 4 volte superiori.
Cosa si prevede per il futuro. “Per il nostro settore, l’argomento di grande e comune interesse è certamente il Piano Cave provinciale, in attuazione della legge regionale, che definisce le nuove regole che disciplinano la coltivazione sostenibile di sostanze minerali di cava. Il Piano coinvolgerà 17 cave attive del territorio, diverse tra loro per definizione, settore merceologico e morfologia”, ha affermato il Presidente Giovanni Rossetti delle Cave Rossetti Spa di Lonate Pozzolo. “Sono svariati i temi sul tavolo: la stima dei fabbisogni, il ruolo delle fonti alternative per soddisfarli, i bacini di utenza e di produzione, la restituzione delle aree recuperate, le attuali problematiche occupazionali, la programmazione dei futuri piani industriali e l’escavazione sotto-falda. In particolare, il nuovo Piano vuole promuovere lo sviluppo sostenibile, correlando le opportunità di sviluppo socio-economico nel soddisfare i fabbisogni effettivi di mercato, con la previsione di adeguate modalità di tutela del territorio e dell’ambiente e con il rispetto del patrimonio delle aree agricole, di quelle destinate al verde e di tutto il patrimonio naturale non rinnovabile”.
Molti i temi caldi e le prospettive dunque che, tuttavia, fanno i conti con la complessità congiunturale del momento. “A fronte di un andamento molto buono del 2021, il 2022 parte con le note criticità, generali e di settore: l’aumento dei costi energetici, quello delle materie prime (che incide meno nel settore estrattivo) e il panorama di sfiducia derivante dal conflitto russo – ucraino. Difficile fare delle previsioni, visto l’evolversi repentino di questi scenari”, ha spiegato Rossetti. I dati supportano queste parole. Secondo l’ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili aderente al Sistema Confindustria, nel 2021 la produzione delle costruzioni ha recuperato la flessione del 2020 e risulta superiore del 14,3% rispetto al periodo pre-Covid del 2019. L’aumento dei livelli produttivi per gli investimenti in costruzioni (+16%) sarebbe generalizzato a tutti i comparti e risulta trainato in particolare dalla manutenzione straordinaria abitativa e dalle opere pubbliche. Il 2022, però, si è aperto con alcune criticità che potrebbero compromettere la ripresa del settore: l’aumento dei prezzi dei principali materiali da costruzione, l’accelerazione dell’inflazione e l’introduzione di forti limitazioni alla cessione del credito nel Decreto Sostegni-ter, nonché il perdurare dell’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia. Pertanto, la previsione dell’ANCE per l’anno in corso è solo di un lieve aumento degli investimenti in costruzioni del +0,5% rispetto ai valori raggiunti nel 2021.