«C’è un prima ed un dopo il Covid. Con l’esplosione di questa crisi, l’Europa si è resa conto che gli strumenti che aveva a disposizione non era abbastanza forti per contrastare situazioni come questa. Tutti gli strumenti messi in campo dalla pandemia in poi sono aumentati di qualità e di spessore: dall’aumentato piano di acquisti di titoli di debito pubblico della BCE, al finanziamento comune di alcuni interventi (PNRR e SURE), , al sostegno agli investimenti da parte degli Stati per far ripartire l’economia sotto rigorosi criteri di condizionalità che li rendono “debito buono”. Tutte cose che, dieci anni fa, erano sotto aspro dibattito e di difficile realizzazione » ha dichiarato il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli alla presentazione del Festival dell’Economia Civile.
«La crisi – ha precisato Sassoli – ci ha aiutato ad avere un occhio sulla nostra contemporaneità e lo abbiamo fatto lavorando per tutti e 27 i paesi dell’Unione Europea. Il paradosso della crisi è che mai abbiamo avuto a disposizione così tante risorse come in questo periodo così difficile grazie al cambio di prospettiva europea. Da questo possiamo dedurre che la crisi ci ha fatto crescere in solidarietà, rafforzando il progetto e la visione di un’Europa nuova. Ma soprattutto sul tavolo della discussione c’è il fatto che questi strumenti possano diventare permanenti; per far sì che questo accada, però, tutti i Parlamenti nazionali dovranno dare la loro disponibilità e collaborazione per costruire il motore di una ripresa europea. Non possiamo prevedere il futuro ma quello che possiamo osservare è la convinzione che le misure poste in atto hanno funzionato, sono state convenienti per tutti ed efficaci.
Penso che la permanenza di questa nuova stagione possa essere alla portata dell’UE, ma abbiamo bisogno che i piani di ripresa nazionale abbiano successo. Per questo la stabilità dei Governi nazionali è finalizzata ad un uso intelligente di queste risorse, ma anche al rafforzamento complessivo dell’Europa. Il Covid ci ha fatto capire che il grado di interdipendenza tra gli stati membri dell’UE è più forte di quello che pensavamo.
Le basi per un’Europa più unita sono state gettate, ma dobbiamo proseguire. Occorre costruire le risposte alle nuove sfide che continuamente si pongono, da affrontare tutti insieme per realizzare una politica europea condivisa. Occorre però guardare tutto a 360°, penso ad esempio alla sicurezza. Con un corpo militare europeo avremmo potuto mettere in sicurezza l’aeroporto di Kabul, salvando vite umane.
Sulla transizione ecologica bisogna lavorare a fondo, visto che è un terreno vergine. Possiamo creare un qualcosa di nuovo, impostando delle regole giuste e virtuose. L’Europa, in tal senso può fare da apripista, rispettando la tabella di marcia per l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050».
«Queste – ha concluso Sassoli – sono le nuove sfide e possiamo affrontarle con lo spirito del Covid, che nel dolore ci ha dato la forza di affrontare con fiducia il futuro. Questo è il momento giusto per spingere sull’acceleratore in tal senso, tenendo alte le nostre ambizioni su tutte le sfide».
Il Festival dell’Economia Civile è nato da un’idea di Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) che lo promuove insieme a Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti) e SEC (Scuola di Economia Civile) e con il contributo di Fondosviluppo, il Festival Nazionale dell’Economia Civile si è ormai accreditato come un evento di interesse nazionale e internazionale sullo sviluppo sostenibile, la rigenerazione dei territori e della comunità e la valorizzazione delle buone pratiche imprenditoriali, amministrative e formative.