Varese ha risposto compatta all’emergenza da Covid 19. Le aziende si sono ricollocate per produrre dispositivi di protezione individuale. Si sono tutelati così non solo posti di lavoro, ma l’intero paese. Ha fatto il punto della situazione Univa nel suo ultimo rapporto. Varese, uno dei territori motore dell’industria del paese, ha ricollocato la sua filiera produttiva, per rispondere al bisognoso di mascherine e dispositivi di protezione individuali (DPI).
Univa ha coinvolto in questa azione 87 imprese per la produzione di mascherine chirurgiche, FFP2 e camici. Tra queste 28 lavorano sui tessuti, 6 aziende sui componenti, 10 sul trattamento e il finissaggio, 55 sulla confezione (il numero totale è superiore a 87 perché alcune imprese lavorano su più fronti).
“In questi giorni in cui si parla tanto di Piano di Ripresa e Resilienza e di progetti per il Paese e i suoi territori, deve essere chiaro a tutti – e noi, come Unione Industriali, non mancheremo di sottolinearlo ad ogni tavolo e di fronte ad ogni organo di governo – che non ci possono essere modelli di sviluppo vincenti e credibili per Varese che non pongano l’impresa, la manifattura, il terziario avanzato e i sistemi di logistica al centro della riprogettazione delle nostre comunità”, così Roberto Grassi, presidente di Univa, commenta l’anno passato.