Parti sociali e Amministrazioni locali hanno sottoscrivono un patto per dar vita ad un collegamento tra l’offerta dei servizi pubblici e la domanda di prestazioni di welfare. Tra il 2018 e il 2019 nell’Alto Milanese è nata un’esperienza interessante che ha coinvolto Cgil Ticino Olona, Cisl Milano Metropoli, Uil Lombardia e Milano, insieme a Confindustria Alto Milanese e Confartigianato Alto Milanese, e le Aziende Sociali del legnanese, del magentino, del castanase e dell’abbiatese (ASST Ovest Milano, Azienda Sociale Castanese, Azienda Sociale Magentina, Azienda sociale Legnano – Sole e l’Azienda Speciale per i Servizi alla Persona di Abbiategrasso).
Come punto di partenza sono state identificate delle linee guida comuni per raggiungere questo obiettivo come. Hanno partecipato rappresentanze sindacali del territorio nei diversi processi che portano all’introduzione del welfare in azienda (l’analisi dei bisogni, la formazione dei dipendenti, ecc). Si ha avuto accesso ai finanziamenti pubblici per progetti e azioni di welfare occupazionale con l’obiettivo di coinvolgere le piccole realtà imprenditoriali del territorio.
In concreto “Il welfare aziendale si sta diffondendo molto nel nostro territorio”, ha affermato Jorge Torre della Cgil Ticino Olona, “spesso però, a causa di budget ridotti o per semplicità, i lavoratori e le imprese preferiscono utilizzare voucher per la spesa o per la benzina piuttosto che interventi di natura sociale. La nostra idea è stata quella di creare dei “buoni” finalizzati ad acquistare servizi di welfare: abbiamo quindi cercato di spostare il focus sulle possibilità di impatto sociale del welfare aziendale, cercando di dargli una valenza diversa”.
Grazie al coinvolgimento delle ASST (Aziende Socio-Sanitarie Territoriali) e delle altre imprese sociali pubbliche sono stati quindi creati dei “pacchetti” di prestazioni che comprendono analisi del sangue di vario tipo e visite mediche specialistiche (gastroenterologica, allergologica, dietologica, per la medicina sportiva, ecc.), sedute e terapie fisioterapiche, azioni di counselling, mediazione familiare, percorsi di sostegno psico-sociale, incontri e formazione per il sostegno alla genitorialità, psicoterapia, varie misure per l’assistenza domiciliare degli anziani e per il baby-sitting.Le prestazioni possono essere richieste confrontandosi direttamente con le Strutture pubbliche che erogheranno i servizi.
Tutti i pacchetti di interventi sono stati strutturati in maniera tale da non essere troppo costosi e quindi poter essere acquistati anche da chi ha un “budget welfare” non molto alto: nel legnanese è stato ad esempio attivato un centro estivo per i figli dei dipendenti dalla durata di due settimane dal costo di 200 euro. “Questa scelta” a detta di Torre, “è dipesa dal fatto che abbiamo cercato di coinvolgere le imprese di tutti i settori produttivi del territorio, partendo da chi ha inserito cifre legate al welfare nei livelli più alti della contrattazione. Ad esempio il CCNL del settore metalmeccanico prevede dal 2016 una quota da destinare in via obbligatoria al welfare aziendale: ci sembrava importante che questa cifra – seppur non molto alta – fosse investita in servizi sociali piuttosto che a semplici buoni spesa”.