A visitare la provincia di Varese sono soprattutto stranieri, 770mila contro i 530mila italiani. In particolare cittadini statunitensi, con l’11% sul totale degli arrivi dall’estero, seguiti dai turisti made in Cina che rappresentano l’8,5%, poi quelli che arrivano da Svizzera e Liechtenstein che sommati sono il 5,5% e infine quelli provenienti dal Giappone, con il 2,6%. A rivelarlo è la Coldiretti Varese che, in occasione delle vacanze di ferragosto, stima come negli ultimi sei anni sotto il Sacro Monte sia aumentato del 31,1% il numero dei turisti.
«Negli ultimi anni — racconta Massimo Grignani, presidente degli agriturismi di Coldiretti Terranostra — si sono moltiplicate le presenze turistiche sul nostro territorio: sempre di più i nostri laghi e le nostre bellezze artistiche vengono apprezzate. A questo c’è da sommare la strada intrapresa dalle istituzioni, che Terranostra ha abbracciato, di valorizzare il turismo sportivo».
La crescita — continua Coldiretti — ha numeri importanti soprattutto per chi viene dall’estero: negli ultimi 6 anni gli arrivi degli stranieri sono aumentati del 41,7% mentre quelli degli italiani del 15,5%. I turisti di “casa nostra”, a Varese, arrivano soprattutto dalla Lombardia, poi dal Piemonte, dal Veneto, dall’Emilia Romagna e dal Lazio.
«In un quadro di crescita come quello della nostra provincia — prosegue Grignani — c’è però ancora molto da fare. Il nostro territorio presenta bellezze ancora poco conosciute che andrebbero valorizzate, per permettere alle strutture di accoglienza di avere una maggiore propulsione economica».
Infatti, secondo una stima di Coldiretti Varese, le strutture ricettive del territorio, come alberghi, agriturismi, bed & breakfast, case vacanze e campeggi nelle 2 settimane centrali di agosto sono pieni, in media, solo per il 61% delle loro camere. Una tendenza, questa, che si evidenzia sia nelle zone concentrate attorno ai laghi, e quindi più a vocazione turistica, che in quelle più interne. In questo quadro, però, il settore agrituristico regge grazie a un’offerta capace di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo ma che hanno qualificato notevolmente la propria tradizionale offerta di alloggio e ristorazione con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi artistici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness. A testimoniarlo, Camillo Berti, proprietario di un agriturismo a Taino, sul Lago Maggiore: «Italia, Francia, Svizzera, Germania e Inghilterra le prenotazioni nella mia struttura arrivano da questi paesi. Chi viene da me, solitamente, lo fa per visitare il lago ed effettuare gite e passeggiate. Per questo offriamo la possibilità di fare percorsi guidati che combinano musica, ambiente e cultura. Inoltre, i clienti hanno la possibilità, qui da noi, di assaggiare verdure e formaggi di capra di nostra produzione, visitare la fattoria e il nostro vivaio dove produciamo piante da giardino». A farle eco, anche Elena Cavaiani, titolare di un agriturismo nel Parco del Campo dei Fiori, a Bregazzana: «Fare le vacanze nel mio agriturismo vuol dire staccare completamente dalla vita frenetica della città. La mia struttura, prevalentemente frequentata da turisti stranieri, propone camere con i disgiuntori elettrici, per staccare la corrente ed eliminare i campi magnetici quando si dorme, così come tanti altri piccoli accorgimenti, come la biocalce, capaci di portare dei benefici. Tutto questo, in un ambiente sano, immerso nel verde e lontano dai rumori della città, visto che il mio agriturismo si trova immerso negli alberi del bosco».